Scrivere di guerra antica, avendo ben presente quella moderna, per
esperienza diretta. Jean-Pierre Vernant (1914-2007), tra i massimi studiosi di
storia e mitologia greca, aveva combattuto a lungo, da protagonista e con
incarichi di responsabilità, nella resistenza francese. Nel 1968, curò oltralpe
la redazione e pubblicazione di un’antologia di contributi dei migliori esperti
in storia classica, che l’editore Raffaello Cortina ha ora voluto proporre in
prima edizione in Italia, col titolo “La guerra nella Grecia antica” (2018, 350
pagine, 29 euro).
È un testo non indirizzato al pubblico generalista, ma indubbiamente adatto
ad una diffusione mirata, tra i cultori e gli appassionati di storia.
Vernant aveva militato tra i vertici a sinistra dei maquisard antitedeschi
nella Francia occupata, prima di tornare all’insegnamento e dedicarsi alla
materia storica, alla cultura greca, alle religioni e al mito. Nel 1948, pur
non avendo ancora pubblicato un proprio lavoro, potè fare ingresso nel prestigioso
Centro nazionale della ricerca scientifica.
Di formazione e orientamento marxista, come segnala nella prefazione il
curatore della pubblicazione italiana Umberto Curi, entrò dopo il secondo
conflitto mondiale nel partito comunista francese, conducendo da intellettuale
nella gauche una fiera opposizione anticolonialista ed una fervente propaganda
europeista, fin dagli anni Cinquanta.
Questo volume è dopotutto il frutto del suo interesse per la storia del
continente e allo stesso tempo un manifesto della sua adesione alla visione
marxista della relazione tra guerra e politica, tra guerra e società.
Marxista e comunista lo era certamente e convintamente, ma non pacifista.
L’equivalenza tra sinistra e movimento per la pace non valeva nella seconda
metà del Novecento, agitata dalle conseguenze del secondo conflitto mondiale e
dalla contrapposizione ideologica tra Occidente filoamericano e Oriente rosso.
Per Karl Marx la guerra è anteriore alla pace, negli eserciti vengono
sviluppati ancora prima che all’interno della società i rapporti economici come
il lavoro salariato e l’uso dei macchinari. Anche altri elementi propri della
produzione risultano particolarmente in evidenza nelle strutture militari.
Da qui l’attenzione razionale e non emotiva di Vernant alla guerra, che gli
appare come una tendenza naturale e sostanzialmente ineliminabile.
Nell’organizzazione sottesa alla condotta di campagne militari e conflitti
vengono esemplificate le forme della società civile, i rapporti tra le forze
attive e le condizioni sociali.
Superando la visione semplicistica che «la guerra è un male», la si
riconosce come causa prima di trasformazione, fattore produttivo, generatore di
nuove forme e di nuovi ordini sociali.
Compito dello studioso, ma anche del politico, è cercare di comprendere con
il maggior rigore possibile questo fenomeno così importante e ricorrente nella
storia del genere umano, senza lasciarsi risucchiare dal vago appello
sentimentale di un generico pacifismo.
Nel mondo miceneo prevalgono confraternite militari e attraverso Omero ci è
tramandata la figura dell’eroe guerriero. Nell’età classica successivamente, la
guerra assume contenuti politici nelle polis e l’attività bellica, la difesa o
l’offesa necessarie per rafforzare o tutelare la comunità, sono tutt’uno con la
gestione della cosa pubblica. In epoca ellenistica, infine, la guerra si separa
dalla politica, diventa una forma professionale delle armi, al servizio dei
sovrani.
Tra gli altri contenuti, a firma di prestigiosi ricercatori dell’epoca, si
rivela molto interessante, quasi avvincente il saggio breve di Geoffrey S. Kirk
sui guerrieri nei poemi omerici. Un po’ tutti, tanto più chi proviene da studi
classici, siamo tentati dal considerare reale il mondo narrato in quei versi
millenari. Ovviamente, invece, si tratta di pura fiction, per quanto di eccellente
fattura. Comunque, alcuni degli elementi di base o di contorno della narrazione
non possono che avere una loro fondata consistenza storica. Sono testimonianze
di fatto delle tecniche belliche e della condotta dei conflitti 2750 anni fa,
all’epoca delle vicende narrate nell’Iliade.
Si pensi alle armi e alle armature, descritte spesso con dovizia di
particolari, che trovano conferma nella comparazione con i dati forniti dai
ritrovamenti archeologici, altro argomento trattato nel volume, nel contributo
di Paul Corbin.
I fan della storia militare saranno attratti dai capitoli dedicati alle
formazioni da combattimento, la falange, il corpo degli opliti o anche dai
saggi attenti alla cura del corpo e alla cultura delle armi a Sparta,
aggiungendo a questi argomenti le pagine di Jean Trallardat sulla flotta
ateniese e sulla guerra in mare.
Si parla anche di architettura delle fortificazioni, di ostilità e alleanze
mutevoli tra le Città Stato, del trattamento dei prigionieri e del rispetto dei
trattati di pace. Di etichetta bellica antica, insomma, una sorta di
convenzione internazionale di Ginevra ante litteram.
La guerra nella Grecia antica copertina del libro
SCHEDA DEL LIBRO
Titolo libro: La guerra nella Grecia antica
Autore del libro: Jean-Pierre Vernant
Genere: Romanzi e saggi storici
Categoria: Saggistica
Anno di pubblicazione: 2018
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