Callino e
Tirteo sono due poeti lirici di VII secolo a.C., specializzati nell’elegia.
Entrambi prediligevano temi legati all’attualità politica e scrissero
soprattutto carmi che incitavano i cittadini a partecipare attivamente alla
guerra. Entrambi inoltre dipendono fortemente dalla lingua e da τόποι omerici.
La vita e
l’ambiente di Callino e Tirteo
Callino era
originario di Efeso. La sua ἀκμή è collocata alla metà del VII secolo a.C. Infatti
egli ricorda in alcuni componimenti l’invasione di Cimmeri e Treri alle colonie
greche dell’Asia Minore e sappiamo che i barbari invasero Sardi intorno al 650.
Tirteo,
invece, proveniva da Sparta. La sua ἀκμή è collocata intorno al 640, nel corso
della seconda guerra messenica. I Messeni erano la popolazione della fertile
pianura vicina al territorio degli Spartani, ai quali erano sottomessi e ai
quali avevano tentato più volte di ribellarsi tramite le cosiddette guerre
messeniche. Nei suoi componimenti Tirteo afferma che il primo di questi
conflitti si era svolto due generazioni prima di lui.
Vi sono però
anche tradizioni più fantasiose sulla vita di Tirteo. Secondo una di queste sarebbe
nato a Mileto, forse una notizia nata per avvicinarlo a Callino. Secondo
un’altra fonte sarebbe stato un maestro di scuola zoppo ateniese, mandato a
Sparta per risolvere le tensioni interne e giungere alla pace con i Messeni.
Le opere di
Callino e Tirteo: conservazione e perdita
Di Callino
non ci restano che 7 frammenti, tutti giunti per tradizione indiretta, cioè
citati da altri autori. Uno di questi è una preghiera a Zeus, un altro è un
testo in cui il poeta sostiene che Omero fosse l’autore della Tebaide, un poema
del ciclo epico. Il frammento più lungo e più noto di Callino contiene
un’esortazione alla guerra rivolta ai giovani.
Di Tirteo
abbiamo, invece, una ventina di frammenti. Egli scrisse soprattutto elegie di
esortazione alla guerra in dialetto ionico. Infatti anche se era spartano (a
Sparta era parlato il dialetto dorico) lo ionico era la lingua richiesta dal
genere. Ma Tirteo scrisse anche dei componimenti più schiettamente legati
all’ambiente laconico (ad ulteriore smentita delle leggende biografiche che lo
volevano ateniese). Tra di esse ricordiamo gli ἐμβατήρια, canti di marcia in
dialetto dorico, e l’Εὐνομία (Buon governo), un’elegia che tesse le lodi della
costituzione spartana.
L’elegia
parenetica di Callino e Tirteo: l’occasione
La
παραίνησις (esortazione) alla guerra è tipica delle elegie di Callino e Tirteo.
Esse non erano, però, veri e propri canti di guerra recitati dai soldati in
marcia, ma componimenti destinati al simposio. Nello specifico è probabile che
i componimenti di Callino e Tirteo fossero pronunciati durante i banchetti di
guerra che si tenevano presso la tenda del comandante.
Alcuni
studiosi hanno proposto un’interpretazione letterale dei famosi versi di
Callino:
“FIN QUANDO
VOLETE STARE STESI? QUANDO AVRETE UN CUORE VIGOROSO, RAGAZZI? NON VI VERGOGNATE
DI FRONTE ALLE GENTI VICINE, DI STAR COSÌ, FIN TROPPO RILASSATI? E CREDETE DI
STARVENE IN PACE, MA INTANTO LA GUERRA DISTRINGE ORMAI TUTTO QUANTO IL PAESE”.
Questi versi
costituirebbero un rimprovero ai giovani distesi sui triclini durante un
simposio? In realtà non sembra credibile che una poesia destinata al simposio
critichi aspramente il proprio contesto di fruizione. Dobbiamo quindi intendere
i versi di Callino come un invito a non cedere all’ozio e a partecipare
attivamente alla guerra.
L’etica del
guerriero in Callino e Tirteo
Callino e
Tirteo celebrano le qualità del guerriero ideale: l’abilità nella lotta e nella
corsa, la bellezza, la ricchezza, la nobiltà d’animo. Si tratta di qualità già
lodate dall’epica omerica e connesse al principio del καλός κἀγαθός. Tuttavia
Tirteo compie un passo in avanti: fa esplicito riferimento ai guerrieri della
sua epoca, quelli della πόλις, che non si distinguono più combattendo a
singolar tenzone con un avversario, ma combattendo in gruppo nella falange. Un
riferimento a questo tipo di combattimento è presente nel seguente frammento:
“RAGAZZI,
FORZA DUNQUE, COMBATTETE, RESTANDO SALDI L’UNO ACCANTO ALL’ALTRO, E NON DATE
INIZIO A UNA FUGA VERGOGNOSA (…)”.
Secondo
l’etica di Tirteo è particolarmente gloriosa anche la morte nelle prime file:
“È BELLO
ESSER MORTO PER CHI È CADUTO NELLE PRIME FILE, PER L’UOMO VALOROSO CHE HA
COMBATTUTO PER LA PROPRIA PATRIA; MA PER CHI INVECE ABBIA ABBANDONATO LA CITTÀ
E I FERTILI CAMPI, DOVER MENDICARE È TRA TUTTE L’ESPERIENZA PIÙ ANGOSCIOSA
(…)”.
Invece è
motivo di vergogna per i giovani abbandonare il campo di battaglia lasciando i
più anziani, ormai deboli, a combattere:
“NON SIATE
ATTACCATI ALLA VITA NEL BATTERVI CONTRO I NEMICI; E NON VI RITIRATE
ABBANDONANDO SUL CAMPO I PIÙ ATTEMPATI, LE CUI GINOCCHIA NON SONO PIÙ AGILI,
GLI ANZIANI; PERCHÉ SAREBBE UNA VERA VERGOGNA QUESTA, CHE, CADUTO NELLE PRIME
FILE, SIA STESO DAVANTI AI RAGAZZI UN UOMO ATTEMPATO, CON IL CAPO GIÀ BIANCO E
CON LA BARBA ORMAI CANUTA (…)”.
Callino e
Tirteo tra Omero e i successori
Pur usando
il distico elegiaco anziché l’esametro, Callino e Tirteo portano numerose
espressioni omeriche nei loro componimenti. Essi infatti intendono trasfigurare
l’etica guerriera di Omero in un nuovo contesto, quello delle guerre attuali
tra Greci o dei Greci contro i barbari.guerra Callino e Tirteo
Non mancano
però elementi di originalità anche nella lingua dei due poeti. Callino colora
alcuni versi del dialetto ionico di Efeso. Tirteo, in maniera più vistosa,
inserisce dei dorismi nei suoi brani.
Callino e
Tirteo sono stati celebrati a lungo dai loro successori. Callino era ritenuto
da molti il vero e proprio inventor generis dell’elegia. Tirteo ebbe una gran
fortuna soprattutto ad Atene tra V e IV secolo a.C. Infatti era apprezzato da
Platone e dall’oratore Licurgo, grazie al quale ci sono pervenuti vari
frammenti della sua opera.
Serena E. Di
Salvatore
Bibliografia:
C. Neri,
Lirici Greci, Età arcaica e classica, Roma 2014 (1a ed. 2011)
Rossi L. E.
– Nicolai R., Storia e testi della letteratura greca, vol. 1, Milano 2013 (1a
ed. 2002)
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