Ecco come
l’Europa cancellò il debito della Germania
Torniamo
indietro di 65 anni circa. E’ un freddo e ventoso giorno di febbraio, il 25 per
l’esattezza, anno domini 1953. Londra. Le delegazioni dei paesi creditori sulla
Germania (vedi foto sotto) si riuniscono per firmare un accordo nel quale viene
cancellata con un colpo di spugna metà del debito pubblico estero tedesco. Una
manovra enorme e complessa che sfiora l’immensa cifra di 15 miliardi di
Deutschmarks (marco tedesco) su un totale di 30 miliardi.
29 maggio 2018
Fra i paesi
che accettano quell’imponente cancellazione ci sono gli Stati Uniti,
l’Inghilterra, la Francia ed anche l’Italia di De Gasperi, quel tal “De
Gasperi” tanto amato e citato dal Presidente Mattarella. C’erano fra gli altri
la Spagna, il Belgio, la Danimarca, l’Irlanda. E poi c’era anche la Grecia, sì
proprio la Grecia! Quella Grecia che all’unificazione delle due Germanie
richiese indietro un indennizzo per le proprie imprese private e fu tacciata
dall’allora cancelliere tedesco Helmut Kohl.
Il debito
pubblico tedesco risaliva a due periodi storici ben delimitati: gli anni
successivi alla prima guerra mondiale, e poi quelli successivi alla seconda le
cui guerre erano state scatenate dalla Germania stessa e perse entrambe! Circa
la metà del debito derivava infatti dai prestiti che la Germania aveva dovuto
richiedere durante gli anni del 1920, ai
tempi della Repubblica di Weimar, al fine di pagare i debiti stabiliti nel 1919
dal durissimo trattato di Versailles. Si trattava in altre parole del lascito
delle colossali “riparazioni”, ovvero i danni di guerra imposti al paese dagli
stati vincitori dopo la sconfitta patita dalla Germania nel primo conflitto
mondiale.
L’altra metà
del debito, ancora più sostanziosa, era invece legata alle enormi spese di
ricostruzione che si erano rese necessarie a seguito della devastazione
generata dalla seconda guerra mondiale. Gli Stati che presenziavano avevano
accettato il taglio del 25% dei debiti che la Germania (sia del debito pubblico
sia quello contratto dai privati e dalla società civile. Era una cifra
gigantesca.
Dopo il
1953, anche altri paesi firmeranno il protocollo per dimezzare il debito
tedesco: l’Egitto, l’Argentina e persino paesi africani come il Congo Belga
(oggi Repubblica Democratica del Congo), la Cambogia, il Camerun, la Nuova
Guinea, la Federazione di Rodesia e il Malawi, lo Zambia e lo Zimbabwe.
La
delegazione germanica richiese agli altri paesi un approccio più “morbido”
sulla questione, facendo leva sia sul fattore umanitario che su quello
utilitaristico: con un dimezzamento del debito la ripresa economica tedesca
sarebbe stata più rapida ed avrebbe consentito di saldare la parte residua del
debito e dei suoi interessi in tempi molto più brevi. Dopo giorni di
discussione le richieste della Germania, in grande spirito di solidarietà,
furono accolte da tutti gli stati presenti.
Un
atteggiamento che oggi mi pare frutto di scarsissima memoria storica, oltre che
poco lungimirante.
Forse
sarebbe il caso, e la Grecia per prima, che qualcuno trovasse finalmente il
coraggio di dirlo ai tedeschi e
ricordare …. alla Merkel, al Fondo Economico Europeo, ai burocrati di
Bruxelles, ai giornalisti dei quotidiani d’oltrealpi tedeschi e non, alle stime
dell’Ocse, allo spread, a Mattarella stesso che i tedeschi non sono i più
“bravi della classe” (forse i più “bulli”?!). Il Presidente Mattarella,
presidente“tecnico” eletto da un governo non votato dai cittadini nel lontano 2015
al quarto scrutinio, dovrebbe rammentare! Ma è una lezione che sembra ormai
dimenticata!
Laura Giulia
D’Orso
Articolo in
collaborazione con www.ticinonotizie.it
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