L'orfanotrofio
greco-ortodosso di Istanbul, storico edificio abbandonato da decenni, versa in
condizioni di rovina e richiede un intervento.
26 03 2018
L’Europa
pullula di edifici costruiti, adibiti al loro scopo per un certo periodo di
tempo e poi abbandonati oppure strutture mai ultimate e di cui è presente solo
lo scheletro. Luoghi che deturpano i paesaggi che li circondano e che diventano
spesso rifugio di gente senza scrupoli o luoghi lugubri e pericolosi. Squarci
di cemento, legno e altri materiali edili, frutto di ingenti investimenti da
parte di enti pubblici o privati, lasciati lì a marcire, senza che possano
essere utilizzati per altri scopi solo perché spesso l’iter burocratico è
troppo lungo e complicato. Il Prinkipo Greek Orthodox Orphanage, l’orfanotrofio
sito nella famosa città turca di Istanbul, fa parte di questo patrimonio in
disuso.
La sua
storia
Il Prinkipo
Greek Orthodox Orphanage, è uno storico edificio in legno di circa 20.000 metri
quadrati sito nella famosa città turca di Istanbul. E’ meglio conosciuto come
Prinkipo Palace o Büyükada Greek Orphanage e deve il suo nome al fatto che era
destinato alla popolazione greca che viveva in Turchia prima della guerra
greco-turca (1919-1922) e prima del contenzioso tra i due Paesi, cominciato nel
1963 e mai conclusosi, su Cipro.
Si tratta di
un vecchio orfanotrofio abbandonato che si erge sulla cima del monte Isa
Tepesi, alto 206 metri, sull’Isola di Büyükada, una delle nove Isole dei
Principi, che guardano la costa sul Mar di Marmara. E’considerata la seconda
più grande costruzione in legno del mondo – dopo il tempio buddista di Todai –
ji in Giappone – ed è stato appunto un orfanotrofio dal 1903 al 1964.
Curiosità
Questo
edificio fu progettato e costruito nel 1898 dall’architetto franco-ottomano
Alexander Vallaury. L’idea originale lo vedeva come un hotel e casinò di lusso
per la “Compagnia internazionale delle carrozze letti”, la compagnia
ferroviaria europea, creatrice del famoso treno, Orient Express.
Il sultano
turco Abdul Hamid II impedì, però, questa operazione e nel 1903 l’edificio fu
messo in vendita e successivamente comprato dalla moglie di un banchiere greco,
la quale lo donò al Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, che lo adibì ad
orfanotrofio.
Il 12 aprile
1964, a causa della tensione con la Grecia su Cipro, l’orfanotrofio venne
chiuso dalla Direzione Generale delle Fondazioni turca (Vakif Genel Mudurlugu).
Nella sua storia, nelle sue 206 camere, una cucina, una biblioteca, una scuola
elementare e laboratori di formazione professionale, ha ospitato 5.744 orfani.
Dalla
chiusura, l’edificio è andato pesantemente in rovina ed è stato anche
danneggiato da un incendio scoppiato nel 1980.
Il sito è
stato incluso nel 2012 nel programma mondiale di recupero dei monumenti World
Monuments Watch. Nell’aprile di quell’anno, a seguito di una disputa legale con
il governo turco, fu stabilito che l’ex orfanotrofio appartenesse al Patriarcato
Greco-Ortodosso.
Quest’ultimo
avrebbe dovuto trasformarlo, entro due anni, in un istituto ambientale
internazionale. Tuttavia, per diversi motivi, la struttura versa ancora in
stato di abbandono, nonostante sia stata anche classificata come “Bisognosa di
Tutela” dal Global Heritage Network (GHN), un database in cui sono conservati i
siti da tutelare nel mondo.
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