[ACCADDE
OGGI]
Il 9 marzo
1941 iniziò la cosiddetta offensiva di primavera dei militari italiani contro
la Grecia. Fu l’inizio di una ennesima catastrofe che certificò
l’impreparazione degli alti comandi militari italiani ad affrontare una guerra
che doveva essere lampo sulla scia dei successi dell’alleato germanico oramai
padrone di mezza Europa.
(Franco Seccia / com.unica, 9 marzo 2018)
E fu proprio la consapevolezza della parte del leone
assunta da Hitler nella guerra a spingere Mussolini, fino a quel momento
contrario ad ordinare allo stato maggiore l’invasione della Grecia. “…Ora che i dadi sono gettati e la nostra
volontà ha bruciato alle nostro spalle i vascelli, io dichiaro solennemente che
l’Italia non intende trascinare nel conflitto altri popoli con essa confinanti
per mare o per terra; Svizzera, Jugoslavia, Grecia, Turchia, Egitto prendano
atto di queste mie parole e dipende da loro o soltanto da loro, se esse saranno
o no rigorosamente confermate” queste furono le parole nell’ora segnata dal
destino dette il 10 giugno 1940 da Mussolini al popolo italiano nel famoso
discorso sulla dichiarazione di guerra alla Gran Bretagna e alla Francia.
A fargli
cambiare idea non furono tanto le spinte per l’intervento in Grecia portate
avanti da Casa Savoia, da Galeazzo Ciano e da De Vecchi, quanto piuttosto il
corso della guerra che vedeva la Germania occupare oltre la Polonia e la
Francia, con gli inglesi ributtati a mare a Dunkerque, il Lussemburgo, il
Belgio ed i Paesi Bassi, e, cosa assai più rilevante, la spedizione in Libia
dell’Afrika Korps accorsa in aiuto degli italiani soccombenti. Mussolini aveva
bisogno di qualche peso sulla bilancia delle vittorie tedesche a favore
dell’Italia. Purtroppo non fu così nonostante i lunghi preparativi, quasi
decennali, dei generali italiani nel conflittuale rapporto tra Grecia e Italia
apparentemente mitigati dal governo fascistizzante del greco Ioannis Metaxas.
Al solito,
tra un palleggio di responsabilità e incomprensioni con primo attore il solito
Badoglio sostituito dal generale Cavallero che dirà “siamo di nuovo a
Caporetto, e come allora devo rimediare agli errori di Badoglio“, l’attacco
alla Grecia iniziato il 28 ottobre 1940 sarà un completo fallimento fino alla
cosiddetta offensiva di primavera iniziata davanti agli occhi dello stesso
Mussolini il 9 marzo 1941. Purtroppo anche stavolta ci vorranno i tedeschi a
rimettere le cose a posto e la Grecia sarà conquistata solo con la penetrazione
in maniera travolgente dei tedeschi e con la caduta di Salonicco che permetterà
al generale Cavallero di avanzare con le sue truppe.
I greci
sopraffatti e beffandoci chiederanno l’armistizio ai tedeschi e questo manderà Mussolini
su tutte le furie e ordinerà il proseguimento delle operazioni fino a che i
greci facciano un’esplicita richiesta di resa al comando italiano. Hitler
accontenterà un Mussolini amareggiato fornendo agli italiani la scappatoia di
aver costretto i greci ad arrendersi anche se al momento dell’armistizio non
c’era contatto tra greci e italiani. Anche questo contribuirà, ma mai e poi mai
giustificherà, l’odio tedesco nei confronti dei militari italiani quando quel
maledetto 8 settembre del ’43 si troveranno a Cefalonia ad interpretare gli
orientamenti del fuggiasco Badoglio complice delle atrocità tedesche per quella
strage.
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