Affresco di fine Ottocento: l'Ira di Achille, che rabbioso per l'uccisione di Patroclo, sfida e uccide Ettore, figlio di Priamo, e ne trascina il corpo attorno alle mura di Troia.|DI FRANZ VON MATSCH/WIKIMEDIA
La storia di Troia e degli eroi che l'hanno combattuta e
difesa, è quella raccontata dai poemi omerici? Le conferme (e le smentite)
dell'archeologia per capire quanto c'è di vero nei canti di Omero.
Omero aveva ragione? Ce l'ha raccontata giusta? In molti
se lo sono chiesti e la risposta è ancora dibattutta... Però oggi possiamo dire
che molto di ciò che è narrato nell'Iliade, la storia dell'assedio e della
caduta della città di Troia, è frutto della fantasia. Anche se qualcosa di vero
c'è.
LA FINE DI UN'EPOCA. La caduta di Troia, per esempio, è
Storia: accadde nella tarda età del bronzo (1300-1200 a.C.), quando il sistema
politico ed economico nel Mediterraneo si stava trasformando e tensioni,
migrazioni di massa e guerre intestine inaugurarono l'inizio dell'età del
ferro.
Il passaggio non fu indolore. Molte città ricche, come
Troia, Micene e Tirinto, furono distrutte e abbandonate, e se ne parlò per
secoli. Lo stesso Omero (o chi per lui, visto che c'è chi dubita che sia
davvero esistito) a 400 anni di distanza raccontò la fine di una di quelle
potenze.
LA CITTÀ COMMERCIALE. Secondo gli archeologi Troia
sorgeva non lontano dalla moderna Canakkale (Gallipoli), in Turchia, alla foce
dello stretto dei Dardarnelli. Era popolosa (circa 10.000 abitanti) e ricca:
gli antichi Greci la chiamavano Ἴλιος o Ilios, mentre per gli Ittiti, il popolo
di guerrieri che la controllava, era Wilusa. Per entrambi, dominarla era
strategico per gestire i commerci tra il Mediterraneo e il Mar Nero.
SEMPRE IN GUERRA. Nessuna evidenza storica conferma però
che Wilusa cadde per mano dei Micenei, come racconta Omero. Non furono insomma
gli Achei capeggiati da Agamennone (figlio del re di Micene) a distruggerla.
Le scoperte archeologiche dell'ultimo secolo hanno però
confermato l'esistenza a Troia di un complesso sistema politico, simile a
quello descritto da Omero. Secondo alcuni testi scoperti nella capitale ittita
(Hattusha), Wilusa era una città potente, governata dal re Alaksandu - che
potrebbe forse corrispondere al principe troiano Paride, il cui nome di
nascita, secondo Omero, era Alessandro). In decenni di scavi sono inoltre stati
scoperti scheletri, punte di frecce e tracce di distruzione che indicano un
epilogo violento per la città e i suoi abitanti, probabilmente l'ennesima guerra.
NON È COLPA DI UNA DONNA... A scatenare l'ultima guerra
di Ilio non fu una donna di nome Elena, moglie del re di Sparta, Menelao, e
rapita dal troiano Paride. Gli archivi ittiti raccontano invece che i greci
avrebbero condotto una serie di campagne militari nella Turchia occidentale,
con incursioni e rapimenti di massa di persone vendute poi come schiave.
Questo provocò inevitabili tensioni, probabilmente anche
una guerra, che parrebbe confermata da un documento che allude a un trattato di
pace siglato intorno al 1200 a.C. tra Greci e Ittiti riguardante proprio la
città di Troia.
IL CAVALLO DI TROIA. Alcuni dei fatti raccontati nel
poema potrebbero essere stati romanzati o semplicemente fraintesi. Da sempre è
dibattuto il mito del cavallo di Troia, l'inganno usato dagli Achei per
espugnare la città.
Nel 2016 un archeologo navale dell'Università di
Aix-en-Provence e Marsiglia, Francesco Tiboni, rivelò in uno studio che
potrebbe essersi trattato di un tipo di nave fenicia molto diffusa a quei
tempi, chiamata hippos (cavallo) per via della polena ornata da una testa
equina. Da qui sarebbe nato il mito o addirittura l'equivoco dei traduttori.
QUANTI ANNI IN TRINCEA? Anche la durata di quella
sanguinosa campagna militare è oggetto di discussione. Nell'Iliade si dice che,
tra alti e bassi, l'assedio durò dieci anni. Per alcuni studiosi, però,
potrebbe essere durata anche molto di più, probabilmente coinvolgendo diverse
generazioni, tanto da lasciare una grande impronta nel loro immaginario.
Difficile infine dire se almeno alcuni degli eroi di cui
l'Iliade racconta le imprese siano esistiti veramente. Nel 2010 però il
professor Atanasio Papadopoulos, dell'università di Ioannina, fece una
rivelazione: disse che lui e la sua equipe di archeologi, che da 16 anni
conducevano scavi nel nord di Itaca, avevano trovato i resti di ciò che ritenevano
essere la reggia di Ulisse, lasciando così intendere che alcuni dei
protagonisti dei poemi omerici siano reali.
Non è escluso che nuovi scavi svelino altri dettagli
importanti, ma oggi posiamo dire ben poco di più. La cosa su cui però tutti
convengono è il grande e profondo valore di quei poemi, al punto che persino
Giacomo Leopardi si trovò a commentare che "tutto si è perfezionato da
Omero in poi, ma non la poesia".
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