ROMA -
Quando lo scorrere del tempo diventa ossessione. Nel secondo libro di Gianluca
Sabatini edito da Frangente dal titolo: "Adriano, Matilda e il salto nel
mare" narra, con una meticolosa la ricostruzione storica, dei vizi
dell'imperatore.
27 03 2018
Sabatini,
dopo aver compiuto nel suo primo libro un affascinante, quanto inusuale viaggio
nella storia dell’antica Roma attraverso l’Itinerarium Maritimum Antonini
Augusti, un’opera che ha svelato il meno noto rapporto dei Romani con il mare e
la loro perizia marittima, in questo secondo appassionante romanzo, basato su
un’accurata indagine storica ed ambientato nel primo secolo dopo Cristo,
racconta di Adriano, l’Imperatore romano ossessionato dallo scorrere del tempo,
e di sua moglie Sabina, donna troppo sensibile per vivere al fianco di un uomo
pieno solo di se stesso.
Racconta di Matidia, intenzionata a proteggere la sorella Sabina, e del suo devoto amico Marco, marinaio e armatore di una piccola nave da carico. A fare da sfondo alle vicende che portano l’Autore alla formulazione di un’ipotesi sul complesso meccanismo di fatti storici che il tempo ha cancellato per sempre, c’è sua eccellenza e gioia sempiterna, il mare. Il mare indagatore dell’animo umano, il mare delle province dell’Impero che Marco affronta fra tempeste e benevoli soffi, per rincorrere l’irrequieto cammino di Adriano verso un’illusoria ricerca dell’immortalità.
Le più grandi città dell’Impero, la navigazione, i
riti religiosi e l’astronomia, i pregiati vini e i salutari cibi dell’epoca
portano il lettore in un entusiasmante viaggio nelle province dell’antica Roma,
tra personaggi storici e avventure avvincenti vissute dal protagonista, le cui
origini mantengono vivo il prezioso patrimonio culturale della lingua greca di
Calabria.
Gianluca Sabatini, da sempre appassionato di mare e velista, è alla
sua seconda opera letteraria. La prima "Sulle rotte dei Romani", ha
permesso al navigatore moderno di arricchire il proprio bagaglio culturale
nautico e guardare con occhi diversi le località che si affacciano sul Mare
Nostrum, nel quale affondano le radici della nostra civiltà.
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