Napoli,
(askanews) – Una scoperta archeologica subacquea straordinaria che potrebbe
rivoluzionare la storia del primo insediamento di Napoli, la città greca di
Parthenope: è stata presentata al Palazzo Reale, e potrebbe accreditare
l’ipotesi che il primo porto di Napoli non fosse davanti al Maschio Angioino
bensì proprio davanti a Castel dell’Ovo.
Si tratta di quattro architravi di tufo
a circa 10 metri di profondità, che fanno pensare a un attracco arcaico, in
un’epoca databile all’incirca 25 secoli fa in cui il livello dell’acqua era più
basso, tanto che l’isolotto di Megaride all’epoca era una penisola.Mario Negri,
rettore della Libera Università di Lingue e Comunicazione Iulm di Milano:
“Guardando Castel dell’Ovo a destra ci si butta in acqua si nuota per un po’
dopo 10 metri ci sono delle fondazioni che potrebbero, sottolineo potrebbero,
essere le tracce archeologiche del primo porto di Napoli, quindi siamo proprio al
momento fondativo di questa straordinaria città”.Secondo Giovanna Rocca,
direttrice del dipartimento di Studi Umanistici all’Università Iulm, la
scoperta renderà necessario un importante lavoro di riscrittura della storia
della Napoli greca: “Un primo insediamento greco che rivoluziona un po’ tutta
la cronologia dell’insediamento che dovrà essere rivalutata alla luce delle
fonti antiche che dovranno essere riassemblate e riviste in chiave
culturale”.Nel tempo, la scoperta potrebbe portare a ripensare in senso
innovativo anche i percorsi e l’offerta turistica nella zona Luciano Garella,
direttore della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Comune di
Napoli: “Io trovo che sia veramente singolare e divertente e anche una sfida
questa della ricerca subacquea, atteso che la scoperta abbia questa importanza,
ci sarà la necessità di studiare un tipo di turismo diverso, cioè subacqueo”.
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