Kostantino (Kostas) Georgakis nasce a Corfù (Grecia) il 23 agosto 1948 e si uccide, bruciandosi, a Genova il 19 settembre 1970.
Kosta Georgakis frequentava l’università di Genova e nel 1968 si era iscritto all’Ek-Edin (Gioventù democratica greca) organismo dell’Unione di Centro a cui appartenevano, fra gli altri, Alexandros Panagoulis e Andreas Papandreou. La sua insofferenza per la dittatura dei colonnelli lo portò a rilasciare il 26 luglio 1970 una intervista ad un periodico genovese,sigla a, in cui, in modo anonimo, non solo denunciava i crimini della dittatura, ma rendeva pubblica la notizia che alcune persone, fingendosi studenti, avevano formato una associazione denominata Esesi
(Lega Nazionale degli studenti greci in Italia), con sedi nelle principali città universitarie italiane che lavorava per i servizi segreti greci (Kyp) schedando e denunciando gli studenti democratici. Inoltre metteva in luce il legame fra i colonnelli edalcuni militari e politici italiani di estrema destra, documentato fin dal 1969.La registrazione di questa intervista arrivò al Consolato greco dove Kostas venne riconosciuto e qualche giorno dopo fu aggredito presumibilmente da uno degli appartenenti all’Esesi.
L’attività politica in senso antidittatoriale si ripercuoteva solitamente sulle famiglie rimaste in Grecia e di questo Georgakis si mostrava molto preoccupato. Decise quindi che l’unico gesto significativo che poteva fare, senza causare ritorsioni, era quello di bruciarsi e lo fece urlando «Viva la Grecia libera» il 19 settembre 1970 in Piazza Matteotti.
Ha lasciato scritto ad un amico: Sono sicuro che presto o tardi i popoli europei capiranno che un regime fascista come quello greco basato sui carri armati non rappresenta solo un’offesa alla loro dignità di uomini liberi ma anche una continua minaccia per l’Europa…. Non voglio che questa mia azione venga considerata eroica poichè è niente altro che una situazione di mancata scelta. D’altra parte risveglierà forse alcune persone alle quali farà vedere in che tempi viviamo. (C. Paputsis, Il grande sì, Il caso Kostas Georgakis, Genova, Erga Edizioni).
Per quattro mesi le sue spoglie rimasero insepolte a causa degli ostacoli burocratici che il Consolato e il Governo greco opposero al trasporto a Corfù.
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