Siracusa – “Il Teatro e la città” come titolo e il filo conduttore di una stagione che porterà gli spettatori in un viaggio nella storia del genere tragico.
Nell’anno in cui si celebrerà il 2750° anniversario della fondazione di Siracusa, la Fondazione Inda allestirà una stagione incentrata proprio sulla “polis”, perché la città di Siracusa ha un rapporto inscindibile con il suo teatro. Un concept filologico e teatrale forte, tre nuove produzioni dell’Inda, il ritorno della commedia, e la riproposizione di un titolo da lungo tempo dimenticato sono i pilastri della nuova stagione.
Le tragedie «I sette contro Tebe» di Eschilo e «Le Fenicie» di Euripide, e la commedia «Le Rane» di Aristofane sono le tre opere inserite nel programma del cinquantatreesimo ciclo di spettacoli classici al Teatro Greco di Siracusa. Ad annunciare i titoli della stagione 2017, scelti dall’Inda insieme alla commissione di esperti formata da Massimo Bray, Roberto Andò e Luciano Canfora, è stato il commissario straordinario Pier Francesco Pinelli assieme alle maestranze dell’Inda, pochi minuti prima del debutto di Fedra di Seneca, l’opera latina affidata alla regia di Carlo Cerciello.
«Saranno “Le Rane”, a distanza di 15 anni dall’allestimento del 2002 affidato a Luca Ronconi – ha dichiarato il commissario Pier Francesco Pinelli – il fulcro del ciclo di spettacoli del prossimo anno. Nel celebre confronto tra Eschilo ed Euripide, Aristofane sottopone a una incisiva disamina critico-letteraria gli esiti morali e ideologici della poetica tragica nelle sue espressioni più divaricate ed estreme. Il confronto tra i due grandi tragici sarà proposto con la rappresentazione di due drammi nei quali i due tragediografi protagonisti delle Rane si confrontano sulla stessa saga mitica del ciclo tebano». L’opera di Aristofane sarà messa in scena al Teatro Greco per la terza volta dopo le rappresentazioni del 1976 e del 2002.
«Nelle due tragedie, scritte a circa quarant’anni di distanza – ha aggiunto Pinelli – le poetiche di Eschilo ed Euripide, pur tra loro distanti, nel tempo e nel modo di concepire l’agire tragico, ci appaiono quasi intenzionalmente in competizione». «I Sette contro Tebe» sarà allestita per la quarta volta dopo le messe in scena del 1924, 1966 e 2005 mentre per “Le Fenicie” si tratterà della seconda rappresentazione al Teatro Greco, a distanza di quasi cinquant’anni da quella del 1968. Una scelta, questa, che testimonia la vocazione dell’Inda verso la ricerca e la valorizzazione della cultura classica.
«Lo spettatore – ha spiegato il commissario straordinario – sarà chiamato a seguire l’evoluzione della drammaturgia ateniese dagli inizi agli epigoni: ruolo del coro e degli attori, struttura del testo, validità civica del rito della rappresentazione tragica, obiettivi politico-pedagogici dei poeti. Ma il vero fil rouge sarà la centralità della polis, difesa e assediata perché troppo amata, sempre al centro di desideri opposti di ricchezza e potere ed il nesso tra città e teatro». Nella cavea del Teatro Greco, pochi minuti dopo l’annuncio dei titoli della prossima stagione teatrale, ha debuttato Fedra di Seneca. L’opera diretta da Carla Cerciello sarà in scena fino a domenica 26 giugno per poi iniziare la tournée nei teatri di pietra siciliani, Segesta e Taormina, e italiani, Ostia antica. La traduzione è di Maurizio Bettini, la scena di Roberto Crea, i costumi di Alessandro Ciammarughi, le musiche di Paolo Coletta, le coreografie di Dario La Ferla. Regista collaboratore è Raffaele Di Florio, assistente alla regia Walter Cerrotta, assistente scenografo Michele Gigi. Sul palco Imma Villa (Fedra), Fausto Russo Alesi (Teseo e Ippolito), Bruna Rossi (nutrice), Sergio Mancinelli (messaggero), Simonetta Cartia ed Elena Polic Greco (prime corifee), Claudia Zappia, Nadia Spicuglia, Maddalena Serratore Federica Cavallaro (corifee). Il coro è invece formato dagli allievi dell’Accademia d’arte del dramma antico, scuola di teatro “Giusto Monaco”.
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