Τρίτη 28 Ιουνίου 2016

DOMENICA 03 LUGLIO 2016 ARCHEOTREKKING: Palizzi Superiore sulle tracce del Monastero di S. Ippolito



PROGRAMMA 


  • Ore 08.30: Ritrovo sullaStrada Statale Ionica 106, provenendo da Reggio Calabria piazzale lato destro in prossimità dello svincolo per Condofuri - località San Carlo. 
  • Ore 09.30: Arrivo previsto presso il borgo di Palizzi  e parcheggio autovetture 
  • Ore 09.45: Inizio Archeotrekking. 

  • Meta dell’Archeotrekking: visita guidata per ammirare i ruderi del Monastero di Sant'Ippolito. 
Palizzi il paese del vino ... e non solo 
Video di JONNY WILD 


NOTE 

DIFFICOLTÀ:   cat. E (turistica), prevede un tempo di percorrenza di circa due ore e trenta minuti (nell'ultimo tratto si seguirà il corso della Fiumara di Palizzi).

A conclusione della visita guidata seguirà una degustazione di prodotti tipici locali.

Il rientro è previsto nel pomeriggio.

(*) PER L'ARCHEOTREKKING si consigliano:
1. Scarpe, abbigliamento e attrezzature da trekking;
2. cappello;
3. occhiali da sole; 
4. visto il periodo stagionale maglietta di ricambio; 
5. scorta di acqua potabile.


N.B. = Ogni componente della comitiva partecipa a titolo volontario e sotto la propria responsabilità, sollevando l’organizzazione da qualsiasi danno o incidente che si potrebbero verificare durante l’Archeotrekking; esonerando così l'organizzazione da ogni responsabilità civile o penale. 

APPROFONDIMENTI: 

DESCRIZIONE DELL'INSEDIAMENTO

Palizzi superiore è un insediamento di culmine, dove alla sommità della rocca è edificato il castello mentre percorsi a quote diverse e con andamento pressoché parallelo alle curve di livello realizzano la struttura viaria principale, e percorsi ortogonali a quelli citati permettono i collegamenti trasversali. Il tessuto edilizio è variante, articolato in dipendenza dell'entità del salto di quota tra i percorsi principali, ma in generale composto sia da isolati serviti dalle strade in quota che da isolati, di forma irregolare, nei quali prevale la disposizione ortogonale alla linea di massima pendenza del terreno, dal basso verso l'alto costeggiando il costone di roccia. I vicoli sono strettissimi e vi sono infinite gradinate che conducono a slarghi e a una piazza principale, dove è edificata la Chiesa di Sant'Anna. 





NOTE STORICHE 
Palizzi Superiore è un bellissimo borgo dell’Area Grecanica in Provincia di Reggio Calabria, centro agricolo del versante meridionale dell’Aspromonte greco, situato sul fianco destro della valle della fiumara omonima, tra il monte Grappida a 682 m s.l.m. e il monte Carruso a 619 m s.l.m. Il nome di questo piccolo centro storico significa “luogo ombroso” dal greco polìscin; ma Palizzi è tutt’altro che luogo ombroso all'odierno viaggiatore che arrivando si trova in uno scenario medievale e favolistico; il toponimo sta a indicare solo che il centro abitato si sviluppa a ridosso e alla base del costone di roccia, che gli fa da ombra, sul quale è costruito l’imponente castello. Per la prima volta compare nella documentazione storica dell’XI secolo come bene appartenente al Monastero di Sant’Angelo di Valle Tuccio e alla fine del secolo successivo tra i casali appartenenti alla contea di Bova. Il feudo di Palizzi nel Trecento fu venduto da Bartolomeo Busca e diviene proprietà dei Ruffo di Calabria sotto Guglielmo, conte di Sinopoli; alla sua morte il baronato fu spartito tra il nipote Antonello e lo zio Folco, venendosi così a creare il ramo dei Ruffo di Palizzi – Brancaleone. Nel 1479 Palizzi è possedimento di Bernardino Maldà de Cordona tornando poi proprietà della famiglia Ruffo nel 1498, che realizzò importanti interventi e opere per lo sviluppo dell’insediamento abitativo. Nel Cinquecento il baronato di Palizzi passò in mano a varie dinastie; nel 1505 barone era Ayerbo d’Aragona, che sposò Geronima Ruffo, mentre nel 1580, dopo essere stato possedimento della famiglia Spinella, passa ai Romano di Messina; e fu proprio Francesco Colonna Romano che fece inserire lo stemma araldico che spicca sull'ingresso del castello. Nel Seicento Palizzi fu proprietà degli Arduino  di Messina e nel 1751 venduta ai De Blasio, che governarono fino al 1806. Sotto la famiglia dei de Blasio importanti interventi furono attuati nella ristrutturazione del castello, che tutt'oggi sono leggibili. (*)

IL CASTELLO 
Il Castello di Palizzi Superiore (XIV-XIX secolo) elevandosi su un mastodontico costone roccioso a 300 m s.l.m. con pareti a picco, in posizione dominante rispetto al centro abitato, ha origini medievali. La prima edificazione della rocca risale al XIII secolo ma è probabile che il castello sia stato edificato dai Ruffo nel XIV secolo. Da un certificato del Mastro d’atti di Palizzi, Saverio Grimaldi, risulta che nel 1751 il castello era cinto da mura con due torrioni. All’interno c’era una grande scala con una sola finestra, la cucina “con sua ciminera focolare”, una camera con soffitto di tavole rotto, “un’antecamera anche rustica insuffitata di tavole”, una serie di altre stanze, magazzini e cantine. L’originario impianto difensivo è stato rimaneggiato dai Romano e dai Colonna fino ad essere stato trasformato in palazzo residenziale, nel 1860, dalla famiglia baronale dei De Blasio. Dell’impianto antico rimangono le alte mura di cinta con i poderosi bastioni, le bocche da fuoco che seguono il ciglio del costone roccioso. Oltre che alcune tracce di merli e feritoie. La porta d’ingresso, sovrastata da una caditoia, conserva ancora la ghiera d’arco di pietra e lo stemma con l’epigrafe di Francesco Colonna che nel 1580 restaurò il castello. (1) 
Tutti i prospetti sono arricchiti con cornicioni ad elementi lineari, sottolineati sulla facciata principale da piccole forature ovali. Numerose sono le bucature sui prospetti, finestre con arco a tutto sesto segnano il piano terra, finestre ogivali e più complesse il piano superiore. L'ingresso principale e quello sulla terrazza che domina il paese sottostante si collocano, rispetto alla muratura, su un corpo avanzato merlato e dai contorni smussati. L'interno presenta evidenti interventi di restauro con elementi di rinforzo delle strutture in ferro e nuovi solai con travi in legno. Una passerella di legno consente il camminamento nelle stanze principali. Al piano terra si rilevano selle e altri elementi di periodo molto recente in cui il castello fu destinato a ricovero per animali. Le altre stanze, di cui quelle al piano superiore, erano destinate a stalle, cucine, magazzini e stanze private. Il castello era inoltre dotato di carceri ricavate nella roccia viva. A livello tecnico-costruttivo, si ha una struttura muraria costituita da blocchi di pietrame allettati in malta a base di calce, rinzeppata con laterizi, mentre gli elementi decorativi sono stati realizzati in pietra calcarea. Il castello è stato dichiarato Monumento Nazionale dal Ministero dei Beni Culturali ed è stato catalogato dalla Soprintendenza Belle Arti e del Paesaggio della Calabria con il sistema di catalogazione dei Beni Culturali con il sistema SIGEC/WEB del MiBACT. (*)

Castello 

CHIESA DI SANT'ANNA
La chiesa protopapale di S. Anna è stata studiata architettonicamente da G. Martelli, indica come origine della sua edificazione il XVII sec., ma la cupola, che ha i raccordi interni simili a quelli della cupola di S. Giovanni Vecchio di Stilo, è molto probabilmente di origine bizantina. Per lo studioso A. Venditti la cupola di S. Anna è << un tardivo tributo alla tradizione bizantina>>. (2)
All'interno di quest'antico edificio ecclesiastico è custodita la scultura lignea di Sant'Anna, commissionata nel 1827 dall'ultimo barone di Palizzi, Tiberio De Blasio. Nella chiesa è anche custodita nell'abside la statua in marmo di Sant'Anna e la Madonna, attribuibile allo scultore Cesare Quaranta, databile alla fine del Cinquecento.
Chiesa di S. Anna 
RUDERI DEL MONASTERO DI SANT'IPPOLITO 
Secondo gli studi e i rilievi effettuati dal Prof. Domenico Minuto  nella zona a nord di Palizzi Superiore, a circa un chilometro in linea d'aria, chiamata S. Ippolito doveva sorgere l'antico monastero. Oggi non c'è traccia del convento, ma solo qualche muro di vecchie case coloniche.
Nella visita effettuata il 2 giugno 1963, il Prof. Minuto con gli accompagnatori, interloquiscono con un contadino del luogo, che racconta loro come durante i lavori di scasso per i vigneti sovrastanti sono state rinvenute <<grosse pietre>> (forse lastroni tombali) e ossa umane.(3) 

PALIZZI TERRA RICCA DI BENI CULTURALI MA ANCHE TERRA DEL BUON VINO E DELLA BUONA OSPITALITÀ' 

Chi visita Palizzi rimarrà ammaliato dai suoi Beni Culturali, dall'incanto dei paesaggi favolistici e non di meno dalla grande ospitalità greco - calabra tipica di questi luoghi. I partecipanti all'Archeotrekking potranno  assaporare anche i buoni prodotti tipici della cultura agro - pastorale e il buon vino di Palizzi, che è uno dei più rinomati della viticultura calabrese. Le vigne storiche del territorio comunale costituiscono una grande risorsa per l'intera popolazione. Dopo un lavoro lungo un anno la vendemmia avviene nella seconda decade di settembre; dopo la pigiatura le uve fermentano in vasche di acciaio per 48/60 ore; passato il tempo necessario sono pressate e il mosto riversato in serbatoi di acciaio a temperatura controllata, dove resterà fino al primo travaso di novembre. Seguono altri due travasi e dopo una permanenza di circa due mesi in botti di legno di castagno, come tradizione vuole, è messo in bottiglia, dove rimarrà per circa 18 mesi dalla vendemmia, per affinare ancora per tre mesi prima di essere immesso sul mercato. Palizzi è un'area d'eccellenza per la produzione vinicola della Calabria greca, qui è prodotto un rosso di alta gradazione alcolica che soddisfa i gusti di buoni estimatori. Le aree del territorio comunale di Palizzi più vocate alla viticoltura sono quelle intorno al borgo di Palizzi Superiore, a Pietrapennata e a quote più alte. I vitigni esistenti sono quelli storici e quelli ritenuti i migliori; dei neri fondamentali sono il Nerello di Palizzi, il Castiglione e la Negrazza, che conferiscono particolare pregio a questo vino prodotto con un lavoro duraturo e impegnativo, praticato secondo un sapere storico tramandato per salvaguardare, valorizzare e tramandare le tradizioni locali oltre che ottenere un buon prodotto da offrire ai visitatori. (*) 

FONTI:
VIDEO JONNY WILD: https://www.youtube.com/watch?v=OR5Qz-9tsYs 
(*) TESTO A CURA DI VINCENZA TRIOLO 
(1) GENOVESE BENEDETTA e  MARINO RENATA (testi di), Castelli della Provincia di Reggio Calabria. Volume 7, Marina di Gioiosa Jonica (RC) 2002, p. 68
(2) MINUTO DOMENICO, Catalogo dei Monasteri e dei luoghi di culto tra Reggio e Locri, Edizioni di storia e Letteratura, Roma 1977, pp. 237 - 238. 
(3) MINUTO DOMENICO, Catalogo dei Monasteri e dei luoghi di culto tra Reggio e Locri, Edizioni di storia e Letteratura, Roma 1977, pp. 237 - 238. 


  • Le note con approfondimenti sono per coloro che intendono arricchire le proprie conoscenze sulla storia dei luoghi, dell’identità culturale di un popolo e di un determinato luogo della Calabria greca.

PROGRAMMA ARCHEOTREKKING 2016 
http://gruppoarcheologicovalledellamendolea.blogspot.it/2016/06/programma-archeotrekking-2016.html

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