I marmi del Partenone, conosciuti anche come marmi di Elgin, sono una raccolta di sculture greche di età classica in marmo (per lo più opera di Fidia e dei suoi assistenti),
iscrizioni ed elementi architettonici che in origine facevano parte del Partenone e di altri edifici collocati sull'Acropoli di Atene. Nel 1811 Thomas Bruce, VII conte di Elgin, ottenne dalla Sublime porta, che governava la Grecia, il permesso, molto controverso, di "non rimuovere le statue, ma solo quello che avesse scoperto in uno scavo specifico".
Dal 1801 al 1812 gli uomini di Elgin rimossero circa la metà delle sculture superstiti del Partenone insieme ad elementi architettonici e scultorei dei Propilei e dell'Eretteo. I marmi furono trasportati via mare in Gran Bretagna, dove alcuni sostennero l'arrivo delle statue, mentre altri paragonarono le azioni di Elgin ad atti di vandalismo o saccheggio.
A seguito di un dibattito pubblico in Parlamento e al conseguente scagionamento di Elgin i marmi vennero acquistati dal governo britannico nel 1816 e trasportati al British Museum, dove ora si trovano disposti nella galleria Duveen, costruita appositamente per essi.
Dopo aver ottenuto l'indipendenza dall'Impero Ottomano la Grecia diede il via a grandi progetti per il restauro dei monumenti del Paese ed espresse il suo disappunto per le azioni di Elgin, che aveva spogliato il Partenone, uno dei più importanti monumenti del mondo, e contestò l'acquisto dei Marmi da parte del governo britannico. I Greci sostenevano che il taglio e la rimozione delle sculture dal monumento, eseguiti con l'uso di seghe, fosse un atto illegale e palesemente vandalico contro un monumento di rilevante valore storico, e rivendicò la proprietà intellettuale sui Marmi. La Grecia continuò a premere per il ritorno dei Marmi nel paese d'origine e portò la questione in campo internazionale nel 1980 grazie a Melina Mercouri, allora Ministro della Cultura della Grecia. L'UNESCO ha accettato nel 2014 di mediare tra la Grecia e il Regno Unito per risolvere la disputa sui Marmi di Elgin.
Nel novembre del 1798 Thomas Bruce, conte di Elgin, venne nominato "Ambasciatore Straordinario e Ministro Plenipotenziario di Sua Maestà Britannica alla Sublime Porta di Selim III, sultano dell'Impero Ottomano" (la Grecia era allora parte del regno ottomano). Prima della sua partenza per la Grecia aveva contattato almeno tre funzionari del governo britannico e aveva chiesto loro se fossero interessati ad assumere degli artisti per eseguire calchi e disegni delle sculture del Partenone. Secondo Lord Elgin, "la risposta del governo […] era del tutto negativa".
Lord Elgin decise di effettuare i lavori a proprie spese e assunse degli artisti per prendere calchi e disegni sotto la supervisione del pittore napoletano Giovanni Lusieri. Tuttavia durante le ricerche scoprì che alcune delle sculture del Partenone che erano state descritte in uno studio del XVII secolo erano mancanti. Secondo la testimonianza di un locale le sculture in marmo locali che erano cadute erano state bruciate per ottenere della calce. Anche se era venuto solamente con l'intenzione di studiare le sculture, nel 1801 Lord Elgin iniziò a rimuovere le decorazioni dal Partenone e dalle strutture circostanti sempre sotto la supervisione di Lusieri.
Lo scavo e la rimozione furono completati nel 1812, con un costo, sostenuto interamente da Elgin, di circa 70 000 sterline. Elgin voleva che i marmi fossero collocati al British Museum, e li vendette al governo britannico, che li acquistò per meno del costo di scavo e trasporto, benché altri possibili acquirenti, tra cui Napoleone, avessero offerto molto di più.
I Marmi del Partenone di Elgin comprendono circa 17 statue provenienti dai due frontoni, 15 (in origine erano 92) metope raffiguranti battaglie tra Lapiti e Centauri, e 75 metri, a partire da un originale di 160, del fregio interno del tempio. Rappresentano più della metà di quello che oggi resta della decorazione scultorea del Partenone. I Marmi di Elgin includono anche elementi provenienti da altri edifici dell'Acropoli: sono presenti una cariatide dell'Eretteo, quattro lastre del fregio del tempio di Atena Nike e una moltitudine di altri frammenti architettonici del Partenone, dei Propilei, dell'Eretteo, del tempio di Atena Nike e del Tesoro di Atreo.
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