I lavoratori delle fabbriche autogestite occupate della Viome, a Salonicco, e Roben, a Veria, insieme con i sostenitori provenienti da tutta la Grecia, hanno iniziato la loro “Caravana di lotta e solidarietà” nel pomeriggio di giovedi 31 giugno, per protestare contro l’inattività del governo e la sua mancanza di volontà di legalizzare il funzionamento delle due imprese autogestite e recuperate.
La mobilitazione coincide con la fine di una moratoria di sei mesi sul processo di asta per la liquidazione dei locali di Viome, una moratoria che è stata raggiunta dopo una intensa lotta da parte dei lavoratori, che sono riusciti a bloccare fisicamente il processo di asta per quattro volte lo scorso dicembre.
La Viome in questi mesi ha ricevuto solidarietà da tutto il mondo e ha costruito una intensa rete di relazioni con diverse realtà sociali, nutrendo un grande messaggio di speranza per le lotte dal basso non solo in Grecia.
Nonostante le promesse, il governo di Syriza non solo non sembra pronto ad accogliere le richieste dei lavoratori ma ha inviato le forze dell’ordine per impedire il campeggio di protesta con le tende al di fuori del ministero del lavoro.
Un comitato composto da rappresentanti delle due fabbriche e sostenitori dei movimenti sociali, raccontano quelli di Viome, ha incontrato il vice-ministro del lavoro venerdì 1 luglio (intorno alle 13,30), e ha ribadito la richiesta di cancellazione immediata e definitiva del processo di liquidazione di Viome, garanzie sulla fornitura di elettricità e acqua per le fabbriche, e la regolarizzazione del funzionamento delle fabbriche autogestite dal controllo dei lavoratori. Il vice ministro, ancora una volta, ha dichiarato un “supporto” vaga alla lotta ma ha anche confermato che il processo di liquidazione potrebbe iniziare presto: per questo i lavoratori hanno dichiarato la loro intenzione di campeggiare al di fuori del ministero fino a quando non avranno una risposta definitiva.
Dopo neanche dieci minuti dalla conclusione della riunione, mentre i lavoratori e sostenitori cominciavano ad aprire i loro tende, tre plotoni di poliziotti in tenuta antisommossa hanno attaccato, picchiando i manifestanti e usando gas lacrimogeni. Due persone sono state arrestata (tra i quali un giornalista indipendente), diverse sono rimaste ferite. Nonostante tutto, dopo l’aggressione i lavoratori hanno deciso di restare e hanno montato le tende.
Di seguito un video dell’aggressione, che termina nel momento in cui viene arrestato il giornalista, ripreso dallo stesso. È evidente che al momento non stava commettendo alcun illecito ed è stato preso di mira per censurare qualsiasi notizia indipendente riguardo agli eventi. Nel video si sente chiaramente il momento in cui grida “sono un giornalista” al poliziotto che, impassibile, lo trascina nella camionetta.
Dopo questo momento di tensione, la polizia ha lasciato che i manifestanti si raggruppassero. Gli arrestati sono stati rilasciati senza denunce. I manifestanti si sono poi accampati ed è stata lanciata una grande assemblea. I lavoratori e gli attivisti hanno denunciato ai media il vile attacco che ricorda i giorni di repressione di chi protestava contro le misure di austerità. Le fabbriche sono della società e di chi ci lavora! I lavoratori sono stanchi delle promesse e delle scorrettezze del governo, Viome e Robens restano ad Atene, accampati davanti al ministero del lavoro, fino a quando le loro rivendicazioni non saranno ascoltate! I lavoratori non stanno reclamando alcun privilegio particolare, vogliono rispetto per tutto ciò che è stato conquistato in quattro anni di lotta. Chiedono che gli ostacoli siano rimossi per lasciar spazio all’autorganizzazione dei bisogni da parte della società. Se loro non possono farcela, noi possiamo!
Testo della Carovana di solidarietà e lotta, pubblicato sul sito della fabbrica recuperata Vio.Me.org
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