La rinascita della Grecia potrebbe avere come simbolo un landmark firmato
dagli italiani e finanziato dalla Fondazione dedicata all’uomo più ricco del
mondo.
E’ il Centro Culturale della Fondazione Niarchos (SNFCC) progettato da Renzo
Piano e realizzato dall’italiana Salini-Impregilo. Se l’inizio della crisi
ellenica è rappresentato anche da un museo costruito per le Olimpiadi, quello
del Partenone realizzato nel 2009 da Bernard Tschumi e atteso da cinquant’anni,
il Centro Stavros Niarchos ne potrebbe rappresentare il riscatto. Segno che
quando riesce a legarsi ai grandi fenomeni sociali, l’architettura si dimostra
una delle più efficaci testimonianze culturali per simbolizzare il proprio
tempo.
La Fondazione
Niarchos è uno dei maggiori filantropi. Sostiene progetti in tutto il mondo
che mirano a conseguire un duraturo impatto sulla società. Stavros Niarchos
(scomparso nel 1996), storico competitor di Aristotele Onassis, è stato uno
degli uomini più ricchi del mondo, con amicizie importanti negli Stati Uniti,
dove incontrò e sposò la figlia di Henry Ford. La sua flotta annoverava più di
80 petroliere e il suo patrimonio è stato ereditato dal primogenito, Philip,
che nel 2015 guidava la classifica “Forbes” degli uomini più ricchi del mondo.
Costruito sui terreni del vecchio ippodromo in
un’area di 23 ettari, il Centro sorge nel quartiere Kallithea, vicino al mare,
e rispetta i principi di sostenibilità ambientale. Comprende la Greek National
Opera di 33 mila metri quadrati, che include un teatro principale da 1400 posti
e uno spazio teatrale sperimentale di 400; un aspetto, quest’ultimo, molto caro
a Renzo Piano da sempre impegnato in sperimentazioni teatrali: si ricordi la
struttura che progettò a Milano per l’opera Al gran
sole carico d’amore di Luigi Nono. Comprende poi la Biblioteca Nazionale di 24 mila metri, in
grado di ospitare 750.000 volumi e di un Parco a collina di circa 200 mila
metri con 1.500 di edifici (compresa una scuola di danza, ristoranti, spazi
ricreativi…).
Un elemento caratterizzante la parte hi-tech di
questa architettura è il cosiddetto Energy Canopy, una copertura in
ferrocemento che ha una superficie di 10 metri quadrati e il peso di 3.500
tonnellate supportata solo da 30 colonnette in acciaio del diametro di 30
centimetri. Quasi l’opposto del Partenone, realizzato da Ictino nel 438 a.C. in
occasione delle Grandi Panatenee, le cui colonne doriche sono alte poco più di
10 metri ma con un diametro di quasi due. L’ Energy Canopy è poi costituito da
5.560 pannelli fotovoltaici che dovrebbero rendere gli edifici del complesso
quasi energeticamente indipendenti.
“E’ un posto che diventerà spazio di scoperta ed
esplorazione per tutti, dove non si celebrano potere o soldi”, ha dichiarato
Renzo Piano. All’esterno, è come se “si sollevasse la terra per passeggiare in
un parco di luci e ombre dove tutto diventa fantastico, puoi vedere l’acqua,
che è qualcosa di magico, e finisci davanti alla sala dei concerti”. Questa è
una grande sala all’italiana, a ferro di cavallo, con affaccio a balconata. Un
altro spazio significativo è l’Agora d’ingresso, “E’ il primo posto che
incontri, dove ti senti un membro della comunità”, lo descrive Piano, e dal
quale ti immette nella Biblioteca, che è una macchina della conoscenza in
connessione con il resto del mondo.
L’idea che trasmette questo Centro è quella di un
luogo accessibile e visibile, grazie alla localizzazione e alle enormi lastre
di copertura, che caratterizzano altri lavori di Piano, come il Lingotto di
Torino. La trasparenza mostra invece qualche aspetto in comune con il
Tjuvholmen Art Museum di Oslo del 2012.
Ma il Centro Niarchos è un enorme complesso, un
luogo dove la gente dovrebbe sentirsi parte di una casa e di un causa comune:
l’ennesima rinascita ellenica. “Un posto dove coltivare la nostra anima”, ha
dichiarato il co-presidente della Fondazione Andreas Dracopoulos che, in una
intervista a “Der Spiegel” ha ricordato il programma della Fondazione chiamato
“Initiative against the Greek Crisis” che tra il 2012 e il 2015 ha allocato
circa 100 milioni di euro in cliniche mobili, pasti scolastici e rifugi per i
senzatetto. E lo stesso ammontare è stato stanziato per combattere la
disoccupazione”. Dracopoulos anche ha dichiarato anche di essere favorevole a
una tassazione più alta per gli armatori.
La rinascita della Grecia povera potrebbe avere come simbolo un landmark firmato
dagli italiani e finanziato dalla Fondazione dedicata all’uomo più ricco del
mondo. E’ il Centro Culturale della Fondazione Niarchos (SNFCC) progettato da Renzo
Piano e realizzato dall’italiana Salini-Impregilo. Se l’inizio della crisi
ellenica è rappresentato anche da un museo costruito per le Olimpiadi, quello
del Partenone realizzato nel 2009 da Bernard Tschumi e atteso da cinquant’anni,
il Centro Stavros Niarchos ne potrebbe rappresentare il riscatto. Segno che
quando riesce a legarsi ai grandi fenomeni sociali, l’architettura si dimostra
una delle più efficaci testimonianze culturali per simbolizzare il proprio
tempo.
La Fondazione
Niarchos è uno dei maggiori filantropi. Sostiene progetti in tutto il mondo
che mirano a conseguire un duraturo impatto sulla società. Stavros Niarchos
(scomparso nel 1996), storico competitor di Aristotele Onassis, è stato uno
degli uomini più ricchi del mondo, con amicizie importanti negli Stati Uniti,
dove incontrò e sposò la figlia di Henry Ford. La sua flotta annoverava più di
80 petroliere e il suo patrimonio è stato ereditato dal primogenito, Philip,
che nel 2015 guidava la classifica “Forbes” degli uomini più ricchi del mondo.
Costruito sui terreni del vecchio ippodromo in
un’area di 23 ettari, il Centro sorge nel quartiere Kallithea, vicino al mare,
e rispetta i principi di sostenibilità ambientale. Comprende la Greek National
Opera di 33 mila metri quadrati, che include un teatro principale da 1400 posti
e uno spazio teatrale sperimentale di 400; un aspetto, quest’ultimo, molto caro
a Renzo Piano da sempre impegnato in sperimentazioni teatrali: si ricordi la
struttura che progettò a Milano per l’opera Al gran
sole carico d’amore di Luigi Nono. Comprende poi la Biblioteca Nazionale di 24 mila metri, in
grado di ospitare 750.000 volumi e di un Parco a collina di circa 200 mila
metri con 1.500 di edifici (compresa una scuola di danza, ristoranti, spazi
ricreativi…).
Un elemento caratterizzante la parte hi-tech di
questa architettura è il cosiddetto Energy Canopy, una copertura in
ferrocemento che ha una superficie di 10 metri quadrati e il peso di 3.500
tonnellate supportata solo da 30 colonnette in acciaio del diametro di 30
centimetri. Quasi l’opposto del Partenone, realizzato da Ictino nel 438 a.C. in
occasione delle Grandi Panatenee, le cui colonne doriche sono alte poco più di
10 metri ma con un diametro di quasi due. L’ Energy Canopy è poi costituito da
5.560 pannelli fotovoltaici che dovrebbero rendere gli edifici del complesso
quasi energeticamente indipendenti.
“E’ un posto che diventerà spazio di scoperta ed
esplorazione per tutti, dove non si celebrano potere o soldi”, ha dichiarato
Renzo Piano. All’esterno, è come se “si sollevasse la terra per passeggiare in
un parco di luci e ombre dove tutto diventa fantastico, puoi vedere l’acqua,
che è qualcosa di magico, e finisci davanti alla sala dei concerti”. Questa è
una grande sala all’italiana, a ferro di cavallo, con affaccio a balconata. Un
altro spazio significativo è l’Agora d’ingresso, “E’ il primo posto che
incontri, dove ti senti un membro della comunità”, lo descrive Piano, e dal
quale ti immette nella Biblioteca, che è una macchina della conoscenza in
connessione con il resto del mondo.
L’idea che trasmette questo Centro è quella di un
luogo accessibile e visibile, grazie alla localizzazione e alle enormi lastre
di copertura, che caratterizzano altri lavori di Piano, come il Lingotto di
Torino. La trasparenza mostra invece qualche aspetto in comune con il
Tjuvholmen Art Museum di Oslo del 2012.
Ma il Centro Niarchos è un enorme complesso, un
luogo dove la gente dovrebbe sentirsi parte di una casa e di un causa comune:
l’ennesima rinascita ellenica. “Un posto dove coltivare la nostra anima”, ha
dichiarato il co-presidente della Fondazione Andreas Dracopoulos che, in una
intervista a “Der Spiegel” ha ricordato il programma della Fondazione chiamato
“Initiative against the Greek Crisis” che tra il 2012 e il 2015 ha allocato
circa 100 milioni di euro in cliniche mobili, pasti scolastici e rifugi per i
senzatetto. E lo stesso ammontare è stato stanziato per combattere la
disoccupazione”. Dracopoulos anche ha dichiarato anche di essere favorevole a
una tassazione più alta per gli armatori.
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