(di Patrizio Nissirio) (ANSAmed) - MONTE ATHOS (GRECIA) - La strada e' asfaltata solo a tratti, molto piu' spesso ha una pavimentazione accidentata, e per lo piu' e' sterrata e piena di buche
. Ma il monaco ortodosso guida con sicurezza il fuoristrada, indossando occhiali da sole e controllando i messaggi sui suoi due telefonini. Benvenuti a Monte Athos, la 'repubblica teocratica' in territorio greco dove dal 10.mo secolo vivono comunita' monastiche ortodosse di vari paesi, e dove il tempo sembra essersi fermato. Sembra, per l'appunto: perche' non c'e' nessuno di piu' contemporaneo del monaco Epifanios, celebrita' globale grazie ai vini prodotti a Mylopotamos e al suo libro 'La cucina di Monte Athos'(in Italia pubblicato da Cefa), personaggio di straordinario charme, sempre in bilico tra spiritualita' e passione terrena per i sapori. Due mondi che per lui non sono in contraddizione, anzi.
''La fede e' molto legata alla passione per i nostri prodotti, le tradizioni, il modo di cucinare e anche come e dove mangiamo, nella tranquillita' e nella pace, come facciamo da secoli - spiega Epifanios, che da questo remoto paradiso dove vive da 43 anni viaggia in mezza Europa per parlare di cucina e fede ortodossa - Ho scritto questo libro per amore e passione per la nostra terra e quello che produce, per preservare un modo di cucinare ma anche di vedere il mondo. In un mondo in cui opporsi al fast food con il nostro slow food fatto di ortaggi, olio, pomodori cresciuti da noi''.
A Monte Athos le donne non possono accedere (c'e' un confine guardato dalla polizia greca, anche se la 'repubblica' risponde al Patriarcato ecumenico di Costantinopoli e non al governo di Atene), e ci si arriva solo via mare. Da Ouranoupolis, ultima cittadina greca, si prende un battello o un motoscafo e dopo una ventina di minuti si arriva nel minuscolo porto di Dafni (35 abitanti). Ma l'accesso e' possibile solo con un 'Diamonitirion', un permesso che costa 30 euro e garantisce qualche giorno di ospitalita' in uno dei monasteri. Bisogna essere invitati, e se si vuole chiedere autonomamente di entrare si possono aspettare anche dei mesi.
Padre Epifanios, cui tutti baciano la mano alla maniera ortodossa in quanto 'ieronda' (anziano), e' uno dei due monaci di Mylopotamos, residenza monastica che fa parte del piu' grande monastero di Megisti Lavra, uno dei venti (greci, russi, bulgari, romeni) che sono rappresentati nel parlamentino della 'capitale' di Monte Athos Karyes, dove c'e' qualche negozietto e anche un ristorantino. Epifanios, amichevole e sorridente con tutti, ordina una 'astakomakaronada' (linguine all'astice alla greca) e tsipouro (simile alla grappa, che si beve molto nel nord ellenico). Lo raggiunge padre Ioachim, l'altro monaco di Mylopotamos, che spiega come nella vicina chiesa del Protaton ci siano affreschi del grande pittore di icone del 13.mo secolo Manuel Panselinos, ''per me meglio di Giotto'', dice. Sono effettivamente straordinari, anche nella staticita' dell'iconografia ortodossa.
Mylopotamos sorge su una piccola baia intatta sul nord Egeo.
Era in rovina fino a qualche anno fa, quando proprio Epifanios lo rimise in piedi facendo anche rinascere la vicina vigna, che oggi produce eccellenti vini acquistabili tra l'altro su internet (a proposito di modernita' e tradizione). Cala la sera ed Epifanios e Ioachim iniziano a cucinare. ''Prepariamo pesci fritti, freschissimi, pescati la notte scorsa, e insalata di pomodori'', dice lo Ieronda nella piccola cucina. C'e' anche un ospite, padre Palamas, che viene da Karyes. Si ascolta una trasmissione radio che parla della storia di un monastero della zona, ed e' tutto buonissimo, anche il vino. Dopo cena, tutti in silenzio sotto un cielo stellato nel piccolo portico che guarda il mare. I pellegrini cercano soprattutto questo a Monte Athos, dopo tutto.
Epifanios e Ioachim si alzano prestissimo, nella loro giornata c'e' molta preghiera, a partire dai riti del mattino nella piccolissima chiesa di Mylopotamos. Ma c'e' bisogno di curare anche le questioni quotidiane. Oggi Epifanios deve andare a Salonicco. Sul motoscafo del ritorno, con indosso i suoi occhiali da sole, ignora le onde, preso dai messaggi sui sue due cellulari. (ANSAmed).
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