Insieme ai migranti, sulle coste delle isole greche sembra essersi spiaggiato anche il sogno di aggrapparsi alturismo per risollevare l’economia del Paese. Da solo capace nel 2015 di contribuire a oltre il 7,5% del PIL, il settore sconta quest’anno anche l’onda lunga della Brexit e il disgelo fra Mosca e Ankara, che potrebbe riportare in Turchia molti turisti russi. Fattori che, secondo le stime del World Travel and Tourist Council, dovrebbero comportare una flessione dello 0,5% nell’apporto del settore turistito al PIL nazionale.
Il 2015 dei record: il turismo in numeri
- 23,6 milioni: i turisti che hanno visitato la Grecia;
- 13,3 miliardi di euro: gli introiti apportati dal turismo
- 401.000: i posti di lavoro generati
“L’effetto migranti” spacca la Grecia
Manolis Leousis fa il ristoratore a Egina, una piccola isola non lontano da Atene e dal Pireo, approdo di molti dei migranti in arrivo dalle isole più vicine alle coste turche. “Abbiamo un problema – ci dice -. Gli stranieri dicono chiaramente che non vogliono trovarsi in mezzo a rifugiati che girano dappertutto. È una situazione che già scontano in maniera pesante nei loro paesi. E parlo degli austriaci, dei tedeschi, degli svedesi…”.
L’imponente flusso dei migranti degli ultimi mesi ha acuito le disparità fra le isole greche. Molte di quelle ioniche o più lontane dalle rotte degli sbarchi registrano il tutto esaurito. Opposta la situazione in quelle che invece ne sono state toccate.
“Oggi non ho avuto un solo cliente nel mio albergo – ci dice Thomas Haldaios, proprietario di un albergo ad Agia Marina, sempre sull’isola di Egina –
. E ieri neanche. Come posso andare avanti così? Della stagione ormai non rimane che agosto. Avrò da lavorare per 15, 25 giorni. Basteranno per coprire le spese per tutto l’anno? Certo che no! La matematica ci dice che saremo costretti a chiudere”.
. E ieri neanche. Come posso andare avanti così? Della stagione ormai non rimane che agosto. Avrò da lavorare per 15, 25 giorni. Basteranno per coprire le spese per tutto l’anno? Certo che no! La matematica ci dice che saremo costretti a chiudere”.
L’ombra della Brexit sull’apporto dei turisti britannici
Il turismo “Made in UK“nel 2015
* 2,3 milioni: i turisti britannici che hanno visitato la Grecia;
* 10%: la proporzione dei britannici sul totale dei turisti stranieri
* 14,3%: l’apporto dei turisti britannici rispetto al totale degli introiti del turismo greco
* 2,3 milioni: i turisti britannici che hanno visitato la Grecia;
* 10%: la proporzione dei britannici sul totale dei turisti stranieri
* 14,3%: l’apporto dei turisti britannici rispetto al totale degli introiti del turismo greco
In dubbio anche l’apporto dei turisti britannici: lo scorso anno 2.300.000, da soli in grado di generare il 14% delle entrate turistiche. “La Brexit avrà certo un impatto sulla scelta delle nostre destinazioni – ci dice una turista inglese -. Se verranno ripristinati i visti e se la sterlina non si stabilizzerà rispetto all’euro, cambieranno molte cose. E per molti. Al momento è un gran caos: nessuno sa darci risposte chiare”.
Parzialmente deluse, inoltre, le aspettative di beneficiare del turismo in fuga da Turchia, Egitto o altre destinazioni mediorientali spesso considerate “a rischio terrorismo”.
“Se si cerca un lavoro o si vuole aprire un’attività – conclude la corrispondente di euronews Business, Symela Touchtidou -il turismo è uno dei pochissimi settori che in Grecia offrono delle prospettive. Come andrà quest’anno non sarà di importanza capitale solo per l’economia del Paese: mostrerà anche quanto l’imprenditoria greca sia in grado di rispondere a un contesto così complesso”.
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