Nella
primavera del 1912 un corpo di spedizione italiano, nell'ambito della guerra di
Libia, occupò le dodici isole delle Sporadi meridionali, oggi note come
arcipelago del Dodecaneso.
Nelle
intenzione del governo liberale, prima, e del fascismo, poi, il Dodecaneso
avrebbe dovuto costituire il trampolino di lancio dell'imperialismo italiano
verso i Balcani, l'Anatolia e il Medio Oriente. Nel corso degli anni Venti e
Trenta i governatori nominati da Roma cercarono di dare impulso all'agricoltura
e alle industrie locali, avviando un vasto programma di infrastrutture e opere
pubbliche, ma operarono anche severe politiche di "italianizzazione"
forzata che colpirono le popolazioni locali di etnia greca. Dopo il 1936 le isole
principali vennero militarizzate tramite la costruzione di aeroporti a Rodi e
Kos e di una base navale a Leros, diventando cosi, nel corso del secondo
conflitto mondiale, importanti centri strategici del Mediterraneo orientale. La
caduta del regime fascista e l'armistizio dell'8 settembre 1943 colsero di
sorpresa migliaia di italiani, sia civili sia militari, qui residenti; buona
parte scelse, nonostante la scarsità di mezzi, di lottare contro i nazisti fino
alla propria sconfitta e alla deportazione nei lager in Germania o in Polonia.
In questo libro si ricompongono tutti questi avvenimenti attraverso i documenti
d'archivio, le testimonianze e le memorie di tante "piccole storie".
Andrea Villa: Nelle isole
del sole. Gli italiani nel Dodecaneso dall'occupazione al rimpatrio (1912-1947)
Editore: Edizioni SEB27
Collana: Laissez-passer
Anno edizione: 2016
Pagine: 301 p., Brossura
EAN: 9788898670130
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