E' polemica
in Grecia per le 48 ore di uscita-premio concesse a Dimitris Koufodinas, mente
dell' organizzazione terroristica 17 novembre, uscito oggi dal carcere ateniese
di Korydallos per due giorni e autore materiale di undici omicidi.
09 Novembre 2017
Alexia
Bakoyannis, figlia di Pavlos Bakoyiannis, il deputato conservatore assassinato
proprio dai terroristi del 17 novembre nel 1989, si è detta indignata perché
“stiamo parlando del più grande serial killer politico esistente, che tra
l'altro non si è nemmeno pentito dei delitti compiuti e, anzi, pubblica anche
libri dal carcere”. Aggiungendo che sebbene la giustizia sia indipendente,
“esiste un'atmosfera travolgente di tolleranza”.
In 27 anni
il gruppo si è reso responsabile di almeno 23 morti, tra cui appunto Pavlos
Bakoyannis: oltre che deputato, era il portavoce del suo partito e genero di
Constantino Mitsotakis, che ne era il presidente. In lui si volle colpire la
stessa Nuova Democrazia dove Pavlos si sommava alla figura della moglie Dora
Mitsotakis, più volte ministro. Senza dimenticare l'assassinio di Richard
Welsh, il capo della stazione Cia ad Atene, passando per una decina di attacchi
incendiari, oltre alla morte dell'attaché militare britannico, il brigadiere
Stephen Saunders, colpito a morte nel giugno del 2000.
Il partito
di Nea Dimokratia chiede spiegazioni immediate al premier Tsipras e al ministro
della giustizia Kontoni. La replica è del ministro della difesa Panos Kammenos,
leader del partito di destra Anel, che si dice in forte disaccordo con la
decisione presa dal governo di cui fa parte come alleato: "Il permesso a
Koufodinas è una decisione su cui sono politicamente in disaccordo", ha
cinguettato.
Scritto da Paolo Falliro
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