Cremona. Venerdì
10 marzo alle ore 17.30 presso la Sala Spazio Comune del Comune di Cremona si
terrà un incontro con l’autrice Maria Tatsos, giornalista, in occasione della
presentazione del suo libro “La ragazza del Mar Nero“, che narra della tragedia
dei greci del Ponto. L’evento è organizzato dalla Comunità Ellenica di Brescia
e Cremona e Libreria Paoline di Cremona. Con il Patrocinio del Comune di
Cremona.
Il 19 maggio di
ogni anno, in Grecia e nelle comunità greche sparse in tutto il mondo, si
celebra la Giornata della memoria del genocidio dei greci del Ponto, un evento
drammatico ma poco noto della Storia del Novecento. All’inizio del secolo
scorso, circa settecentomila greci vivevano sulle sponde del Mar Nero. Di fede
cristiano-ortodossa, avevano salvaguardato la loro identità etnica, culturale e
religiosa, pur facendo parte dell’Impero ottomano, in una situazione di
convivenza pacifica. Con lo scoppio della Prima guerra mondiale, tutto cambiò.
Prima il genocidio degli armeni (1915), quindi la persecuzione dei greci e
degli assiri. La politica attuata tra il 1916 e il 1923 nei confronti dei greci
del Ponto portò a massacri, deportazioni, marce forzate in pieno inverno,
arruolamento degli uomini in battaglioni di lavoro. Dei settecentomila abitanti
originari, circa la metà trovò la morte, mentre i sopravvissuti fuggirono in
Grecia.
La giornalista Maria Tatsos ci racconta la storia di una di loro: Eratò
Espielidis (1896-1989), nata sulle sponde del Mar Nero a Kotyora (l’odierna
Ordu), e della sua famiglia. Dall’infanzia felice nella sua casa sul mare
all’angoscia di giovane sposa cui è portato via il marito e di madre che lotta
per la sopravvivenza del suo bambino di due anni, la vicenda di Eratò – nonna
dell’Autrice – è emblematica della tragedia vissuta da molte famiglie greche
del Ponto. La vicenda personale e quella di un popolo sono raccontate dalla
Tatsos al tempo stesso con l’obiettività della studiosa e la passione di chi è
direttamente coinvolto.
Il lettore de La
ragazza del Mar Nero vivrà il dramma di una pagina di Storia poco conosciuta e
sarà stimolato a leggere, in quella vicenda apparentemente lontana, le tante
tragedie e persecuzioni di oggi. Scrive la Tatsos nell’introduzione: “La storia
di mia nonna Eratò è una goccia nel mare di un’immane tragedia. Questo libro
vuole essere un tributo alla memoria, per non dimenticare e per capire quanto
siano simili le stragi di ieri a quelle di oggi. Ma è anche un inno alla
speranza, perché una società che sa essere accogliente può diventare più ricca.
Perché anche i nostri nonni o bisnonni, in altri momenti della Storia, sono
stati profughi, immigrati, stranieri e, se hanno fatto fortuna in terre
lontane, è perché qualcuno ha offerto loro un’opportunità. E perché
l’ospitalità, praticata come facevano i miei antenati, è un dovere sacro, come
esseri umani e come cristiani, per non lasciare vincere l’odio, mai”.
Maria Tatsos, di
origine greca, è laureata in scienze politiche e diplomata in lingua e cultura
giapponese presso l’Isiao di Milano. Giornalista professionista freelance,
scrive per Elle e altre testate, collabora con il Museo Popoli e Culture del
Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime) e con il Centro di Cultura
Italia-Asia. Tiene corsi di scrittura autobiografica ed è autrice di alcuni
libri, che spaziano dai diritti dei consumatori alle religioni asiatiche.
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