La mossa del primo ministro: 9mila preti e vescovi non
saranno più dipendenti pubblici (ma continueranno a ricevere uno stipendio)
Giovanni Masini - 08/11/2018
La Grecia di Alexis Tsipras fa un importante passo verso
la secolarizzazione e l'abolizione del Cristianesimo ortodosso come religione
di Stato.
Il primo ministro e l'arcivescovo Ieronymos, capo della
chiesa ortodossa ellenica, lo hanno annunciato in un comunicato congiunto
trasmesso in televisione.
Il governo di sinistra insediato ad Atene intende imporre
la laicità dello Stato con una riforma costituzionale che non sarà osteggiata
dall'autorità ecclesiastica. In cambio, l'esecutivo guidato da Tsipras si
impegna a continuare a pagare lo stipendio di circa 9mila membri del clero fra
vescovi, preti, monaci e diaconi. Formalmente i religiosi non saranno più
considerati come dipendenti statali, ma si tratta di un escamotage: pur non
pagati direttamente dallo Stato, riceveranno comunque una sovvenzione da parte
di un fondo di sostegno pubblico. Lo Stato greco e la Chiesa si avvieranno
inoltre ad una gestione condivisa delle proprietà di quest'ultima, che rimane
il primo proprietario terriero ed immobiliare dell'Ellade.
Le riforme allo studio del governo ad ogni saranno
vagliate congiuntamente dal consiglio dei ministri presieduto da Tsipras e dal
Sacro Sinodo, massimo organo di governo degli ortodossi. Il premier greco
Tsipras, ateo convinto, ha sin dal proprio insediamento ad Atene, nel 2015,
manifestato la propria ostilità contro la Chiesa ortodossa, rifiutando di
giurare sulle Sacre Scritture come invece avevano fatto i suoi predecessori.
Secondo l'International Religious Freedom Report
commissionato dal Dipartimento di Stato Usa, nel 2017 il 98% dei Greci si
dichiarava di religione cristiana ortodossa. La costituzione ellenica
garantisce libertà di culto ma al tempo stesso definisce la religione greca
ortodossa come "predominante" nel Paese. Per secoli la chiesa ortodossa
ha garantito la sopravvivenza della cultura e della lingua greca durante la
dominazione ottomana: anche per questo è tuttora considerata un pilastro
centrale della vita della Grecia.
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