la bandiera insanguinata che sventolava sull'AteneoREUTERS/Costas Baltas
Quarantacinque
anni dopo la rivolta del Politecnico di Atene, una pietra miliare nella
resistenza alla dittatura dei Colonnelli, la bandiera greca è stata di nuovo
dispiegata in testa alla marcia commemorativa verso l'ambasciata statunitense
nella capitale.
Erano le tre
del mattino del 17 novembre del 73, quando - allo scadere del quarto giorno
d'occupazione - un carro armato sfondò il cancello del campus, aprendo la
strada all'esercito che annegò nel sangue la protesta. Questo atto barbarico
segnò l'inizio della fine per la Giunta militare, che otto mesi dopo sarebbe
stata scalzata dalla reinstaurazione della democrazia
"Questa
commemorazione non rappresenta una memoria archeologica - spiega a Euronews
Stefanos Ganotis, docente di Storia - ma qualcosa di dinamico, perché anche
oggi c'è un gran bisogno di lottare per certi diritti, che fino a qualche anno
fa sembravano scontati".
Cittadini
provenienti da tutto il paese si riunscono ad Atene per partecipare a questa
marcia fin dal novembre del 74, gridando slogan prevalentemente antiamericani,
poiché gli Stati Uniti e il Palazzo erano visti come il deus ex Machina del
colpo di stato e della successiva dittatura.
L'anniversario
dell'insurrezione del Politecnico ha luogo ogni anno dal 1974, quando nel paese
in cui è nato è stata ripristinata la democrazia. La commemorazione di tre
giorni si svolge nell'Ateneo in cui gli studenti, desiderosi di resistere a un
regime che era stato imposto da un giorno all'altro, si barricarono per quattro
giorni.
Ogni anno,
in quegli stessi giorni, il campus apre al pubblico, in modo che i visitatori,
molti con i propri figli o nipoti al seguito, possano deporre, sui resti del
cancello abattuto, una corona o un garofano, simbolo universale dei movimenti
sociali.
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