Di ilsimplicissimus
Rieccolo. Non soddisfatto di
aver ingannato e tradito il popolo greco piegandosi completamente ai voleri
della finanza euro globalista e mettendo persino in scena un referendum
truffaldino, non pago di aver vaneggiato, dietro esplicito suggerimento, di una
falsa e inesistente salvezza della Grecia che oggi è costretta persino a
vendere la quasi totalità del suo immenso patrimonio archeologico solo per non
affogare, Tsipras adesso si rifà vivo e consiglia all’Italia di calare le
braghe nei confronti di Bruxelles per evitare maggiori conseguenze. Il vizio
della resa e dell’inganno è davvero inestirpabile in quest’uomo che ora tenta
di coinvolgere altri nel suo drammatico disastro. Perché una cosa è chiara: se
la Grecia avesse resistito ai diktat della troika oggi non starebbe comunque
peggio di così e anzi con ogni probabilità starebbe assai meglio.
Fare i conti è facilissimo anche se mi rendo conto che si
tratta di realtà nascoste nel loro insieme: in questi anni di troika oltre 400
aziende fra le maggiori del piccolo Paese sono finite in mani straniere
portando altrove i profitti; 16 intere isole sono state svendute per pochi
soldi ( e molte altre sono in via di acquisizione da parte di privati) assieme ad altrettanti aeroporti, vitali per
il turismo finiti in mano ai francofortesi, persino il porto del Pireo è stato
alienato per non parlare di parecchi servizi universali, di migliaia di
proprietà, di alberghi, di spiagge, di pezzi di demanio, di luoghi di fascino
oltre ai già citati siti archeologici trai quali figurano anche quelli
patrimonio dell’umanità. E di certo questo non basta a descrivere la situazione
perché vi sono stati 13 successivi tagli alle pensioni, 7 riduzioni in serie
dei salari minimi che oggi sono sotto i 400 euro (con un costo della vita
simile al nostro) , 300 mila posti di lavoro sono stati persi, mezzo milione di
bambini soffrono letteralmente la fame mentre tre milioni di famiglie sono
sotto il livello di povertà relativa, 800 mila giovani hanno lasciato il Paese
(una cifra enorme pensando agli 11 milioni di abitanti), la sanità è stata
completamente distrutta dalle imposizioni di risparmio e milioni di persone non
sono nemmeno in grado di acquistare le medicine, la scuola pubblica è
agonizzante assieme a tutti gli altri servizi di base e quel poco di welfare è
letteralmente scomparso nel nulla . Nonostante questo massacro e il disastro
umanitario che ne consegue, il debito pubblico è aumentato dal 140 per cento
del Pil al 180.
Eppure Tsipras, alias Quisling, da questa sua cattedra
grondante di sofferenze, ci consiglia di arrenderci come ha fatto lui ottenendo
lo splendido risultato che vediamo. E naturalmente la vasta catena umana di
cretini che pensano di poter insegnare a pensare quando hanno passato una vita
ad evitare con tenacia di farlo, si compiace di questo così autorevole
intervento. Quasi quasi mi verrebbe da augurarmi che il consiglio di Tsipras
sia ascoltato perché non c’è maggiore soddisfazione, più perfetta
Schadenfreude, che vedere la rovina dei conformisti di ogni genere per loro stessa mano, trascinati nel
baratro dalla forza d’inerzia delle loro stesse parole. E’del tutto evidente
che senza questa platea nessuno, nemmeno il Corriere della Sera che ormai è il
mister Hyde della buona borghesia italiana
si sognerebbe di pubblicare gli appelli di Tsipras, sapendo bene cosa sono
costati ai Greci. E sapendo per giunta che, al contrario di qualche anno fa, in
una situazione completamente differente e in cui si profila una nuova
recessione europea , fior di economisti fuori dalla mangiatoia di Bruxelles e
qualcuno pure dentro, visti i risultati di Atene, fa il tipo per l’Italia e
sostiene glissando su Tsipras che “dopo non sarò affatto peggio”. Cosa abbiamo
fatto di male per permettere a costui di placare i suoi sensi di colpa
spingendo altri ad attuare i propri errori? Forse nulla, il solo male è stare
ancora ad ascoltarli. Punto e basta.
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