Un report del Consiglio d’Europa, commentato da EU
Observer, mostra come l’accesso a servizi essenziali in Grecia sia stato
compromesso in modo devastante da otto anni di programmi di “salvataggio”
europei. L’austerità ha inciso in modo pesantissimo anche sui servizi sanitari
di base e sull’istruzione, oltre ovviamente ad avere ridotto
drasticamente il reddito e i posti di lavoro. L’unica domanda è quanto ci vorrà
prima che questo lampante fallimento delle politiche europee - e dell’intera
struttura di potere UE -inizierà ad avere conseguenze politiche proporzionate
al disastro causato.
di Nikolaj Nielsen – Bruxelles, 6 novembre 2018
Anni di austerità spinta dalla Ue in Grecia continuano ad
avere effetti devastanti su una popolazione alle prese con una povertà
devastante e carenza di accesso alle cure mediche di base e all’istruzione.
Così afferma un nuovo report del Consiglio d’Europa.
Dunja Mijatovic, commissaria del Consiglio d’Europa per i
diritti umani, ha dichiarato a EU Observer che i greci stanno tuttora soffrendo
per le conseguenze dei salvataggi internazionali e per l’imposizione delle
riforme strutturali.
“È molto difficile dire che va tutto bene, al momento. La
gente sta ancora soffrendo” ha affermato questo lunedì (5 novembre).
I suoi commenti seguono la pubblicazione di un report di
30 pagine sull’impatto delle misure di austerità in Grecia, secondo il quale
gli strascichi dell’austerità avrebbero violato i diritti delle persone sulla
salute, diritti sanciti dalla Carta Sociale Europea, e avrebbero eroso la
qualità dell’istruzione.
Tutto questo fa seguito anche alle dichiarazioni fatte
dalla Commissione Europea in agosto, dichiarazioni secondo le quale la Grecia
sarebbe tornata a essere un membro “normale” della moneta unica dopo essere
uscita dal programma di salvataggio durato otto anni.
Ma la Mijatovic, che nel corso dell’estate ha visitato la
Grecia, ha detto di essere stata colpita dalla profondità dei tagli compiuti
perfino in ambiti come i servizi per la salute materna e infantile.
“Le conseguenze sono gravi”, ha detto, notando che queste
hanno avuto un impatto ben visibile sulla popolazione.
Il suo report sottolinea in particolare come i servizi
per la salute materna e infantile siano stati tagliati del 73 percento tra il
2009 e il 2012. Il governo ha inoltre ridotto di un quinto i finanziamenti
pubblici per i servizi di salute mentale tra il 2010 e il 2011, e ulteriormente
di più della metà tra il 2011 e il 2012.
“Il personale sanitario Greco ha avuto il salario ridotto
due volte nel 2012. I finanziamenti agli ospedali pubblici, i servizi di cura,
diagnosi e prevenzione delle malattie, tutto questo è stato ridotto del 20 per
cento”, ha detto la Mijatovic.
I suicidi sono aumentati del 40 percento nel periodo tra
il 2010 e il 2015. Le scarse condizioni igienico-sanitarie – a causa della
carenza di prodotti per la pulizia – hanno determinato la morte di circa 3.000
pazienti a causa di infezioni ospedaliere.
L’aumento della povertà ha anche determinato il mancato
accesso alle cure sanitarie per un maggior numero di persone, e la Grecia in
quanto a copertura dell’assicurazione sanitaria è molto indietro rispetto a
quasi tutti gli altri paesi europei.
La Mijatovic descrive la legge greca sulle cure sanitarie
di base, approvata lo scorso anno, come “una caduta” in termini di ciò che
sarebbe necessario per riportare la Grecia alla normalità.
“Ora abbiamo una dichiarazione politica secondo la quale
tutto andrebbe bene, ma sono certa che tutti siano consapevoli del fatto che
c’è ancora moltissimo da fare”, ha dichiarato.
La Grecia ha ricevuto qualcosa come 288,7 miliardi di
euro nel corso di tre programmi di salvataggio, e in cambio ha dovuto imporre
un’ampia gamma di tagli a tutti i servizi sociali rivolti alle persone in
difficoltà.
Circa un terzo dell’intera popolazione vive nella povertà
estrema. Il numero dei senzatetto è aumentato di quattro volte.
Il terzo salvataggio, avvenuto nel 2015, ha imposto tagli
ancora più severi, costringendo il parlamento Greco ad approvare ben sette
pacchetti di misure di austerità. Sono state tagliate pesantemente le pensioni
e aumentate le tasse, tra le altre cose.
La disoccupazione in Grecia è diminuita, attestandosi un
po’ sopra il 19 per cento, ma rimane il valore più alto di tutta la Ue –
seguita dalla Spagna col 14,9 per cento e dall’Italia con il 10,1 per cento.
Un giovane in Grecia è quello che ha la minore speranza
in tutta la Ue di trovare un lavoro, a causa del tasso di disoccupazione
giovanile al 37,9 per cento. La disoccupazione giovanile in Spagna invece è al
34,3 per cento, seguita dall’Italia col 31,6 per cento.
EU Observer – Henry Tougha | novembre
9, 2018 alle 6:57 am | URL: https://wp.me/p56cLj-4gv
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