Human foundation, per conto
di Invitalia, sta distribuendo in questi giorni ai turisti e visitatori
abituali che frequentano il Parco archeologico di Pompei un questionario che
serve a mettere in campo un’indagine statistica sulla qualità della loro
esperienza. Non solo. Serve anche conoscere il prototipo del turista medio che
arriva appositamente (da solo o in comitiva) alle falde del Vesuvio per
osservare i resti di una città antica distrutta a seguito di un eccezionale
catastrofe o cercare d’interpretare la civiltà mediterranea che ha influenzato
maggiormente (dopo la Magna Grecia) i costumi delle popolazioni che vi
vivevano, dal momento che i romani (e quindi anche i pompeiani) di Pompei hanno
influenzato per due o tre secoli (prima e dopo Cristo) la civiltà occidentale.
Particolare attenzione è
stata posta nel questionario (e quindi nei quesiti predisposti per i turisti)
ai cambiamenti sociali prodotti nel sito dal Grande Progetto Pompei dal 2012 a
oggi. In altri termini, con l’indagine in corso s’intende capire quali
cambiamenti scaturenti dal GPP vengono "avvertiti" dagli “attori”: il
modo di porsi delle figure professionali interne (custodi, guide turistiche,
archeologi, ecc.) ma anche di quelle esterne (tour operator, accompagnatori
turistici, visitatore). E’ un’indagine che evidentemente serve a conoscersi e
capire le esigenze degli altri ma soprattutto mettere le basi di un futuro
oramai prossimo, quando ultimati i lavori straordinari di restauro bisognerà
partire a regime con nuove iniziative di tutela e di valorizzazione del Parco
archeologico di Pompei.
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