Nuove misure per
3,6 miliardi di euro. Dopoquattro tagli in sei anni a stipendi, pensioni e
indennità ecco che la troika è di nuovo ad Atene per chiedere altri interventi
finanziari, che il governo ha già fatto intendere di non avere alcun problema
ad effettuare. Nonostante il paese sia in ginocchio.
E vediamo in dettaglio quali servizi saranno
tagliati. Le istituzioni internazionali dei creditori (Bce, Ue e Fmi) attendono
il primo luglio la restituzione della tranche da 7 miliardi di euro. Nel
frattempo cercano misure che corrispondono al 2% del PIL, vale a dire 3,6
miliardi di euro, contraddicendo così le aspettative di Atene.
La migliore
performance finanziaria e macroeconomica che Tsipras aveva fatto intendere nel
discorso di fine anno, si scontra con la realtà di Bruxelles e Berlino: 1,8
miliardi di euro verranno da nuove tasse, altrettanti dalla riduzione delle
pensioni così come era emerso in occasione della tredicesima che il Premier aveva
dato ai pensionati lo scorso dicembre. Certamente si era trattato di una mossa
comprensibile da un unto di vista sociale, ma con il rischio di sforare il già
debolissimo equilibrio nei conti (che infatti non tornano ancora una volta) e
con la spada di Damocle delle clausole di salvaguardia, che infatti sono attive
e cerchiate in rosso dai creditori.
Se da un lato il
governo si dice fiducioso su un accordo entro i prossimi 10 giorni, così come
anticipato ieri dal commissario europeo Moscovici, il nodo dall'altro è il
prezzo da pagare per impedire il default. L'Eurogruppo del 20 marzo con una
mano verosimilmente darà un'altra opportunità alla Grecia, ma con l'altra
chiederà di procedere sulla riforma delle pensioni che sta provocando una
rivolta di massa nel paese, sull'aumento delle accise con il rischio dietro
l'angolo (niente affatto secondario) di una nuova impennata dell'iva.
I tagli delle
pensioni, come come scritto in bozze riservate tra Atene e Bruxelles, saranno
operativi dal 2018, quando cioè l'attuale esecutivo non sarà più in carica
senza contare la partita con le banche, altro scoglio decisivo. Ad oggi
numerosissimi sono i pensionati che ancora non hanno ricevuto il tfr
(probabilmente ne riceveranno solo il 50%), senza contare che le sforbiciate
alla spesa pubblica si sono abbattute solo sulla sanità, gettando i nosocomi
pubblici più grandi (Atene e Salonicco in primis) nel baratro di prestazioni
insufficienti, con assenza di materiale basico come finanche garze, lenzuola e
siringhe.
Secondo alcune
indiscrezioni di stampa, però, le misure potrebbero essere anche peggiori di
quelle già citate. C'è l'ipotesi di un ulteriore taglio pari al 7% della spesa
pensionisticaannua. Il governo replica assicurando che farà di tutto per
fissare il salario minimo, ma in caso di conti ancora una volta in disordine,
non ci potrà essere possibilità per trattare.
Si fa largo anche
l'ipotesi di aumentare il limite dei licenziamenti collettivi, dal 5% di oggi
al 10% del personale precario in imprese fino a 300 dipendenti. Questo il tasto
su cui batte principalmente il Fondo Monetario Internazionale che non fa alcun
riferimento al recupero della contrattazione collettiva, che sostiene invece la
parte greca.
Scritto da Paolo Falliro
Δεν υπάρχουν σχόλια:
Δημοσίευση σχολίου