Πέμπτη 2 Μαρτίου 2017

Ecco le nuove (folli) richieste della troika ad Atene: 3,6 miliardi di altri tagli

Αποτέλεσμα εικόνας για grecia Nuove misure per 3,6 miliardi di euro.

Nuove misure per 3,6 miliardi di euro. Dopoquattro tagli in sei anni a stipendi, pensioni e indennità ecco che la troika è di nuovo ad Atene per chiedere altri interventi finanziari, che il governo ha già fatto intendere di non avere alcun problema ad effettuare. Nonostante il paese sia in ginocchio.

E vediamo in dettaglio quali servizi saranno tagliati. Le istituzioni internazionali dei creditori (Bce, Ue e Fmi) attendono il primo luglio la restituzione della tranche da 7 miliardi di euro. Nel frattempo cercano misure che corrispondono al 2% del PIL, vale a dire 3,6 miliardi di euro, contraddicendo così le aspettative di Atene.

La migliore performance finanziaria e macroeconomica che Tsipras aveva fatto intendere nel discorso di fine anno, si scontra con la realtà di Bruxelles e Berlino: 1,8 miliardi di euro verranno da nuove tasse, altrettanti dalla riduzione delle pensioni così come era emerso in occasione della tredicesima che il Premier aveva dato ai pensionati lo scorso dicembre. Certamente si era trattato di una mossa comprensibile da un unto di vista sociale, ma con il rischio di sforare il già debolissimo equilibrio nei conti (che infatti non tornano ancora una volta) e con la spada di Damocle delle clausole di salvaguardia, che infatti sono attive e cerchiate in rosso dai creditori.

Se da un lato il governo si dice fiducioso su un accordo entro i prossimi 10 giorni, così come anticipato ieri dal commissario europeo Moscovici, il nodo dall'altro è il prezzo da pagare per impedire il default. L'Eurogruppo del 20 marzo con una mano verosimilmente darà un'altra opportunità alla Grecia, ma con l'altra chiederà di procedere sulla riforma delle pensioni che sta provocando una rivolta di massa nel paese, sull'aumento delle accise con il rischio dietro l'angolo (niente affatto secondario) di una nuova impennata dell'iva.

I tagli delle pensioni, come come scritto in bozze riservate tra Atene e Bruxelles, saranno operativi dal 2018, quando cioè l'attuale esecutivo non sarà più in carica senza contare la partita con le banche, altro scoglio decisivo. Ad oggi numerosissimi sono i pensionati che ancora non hanno ricevuto il tfr (probabilmente ne riceveranno solo il 50%), senza contare che le sforbiciate alla spesa pubblica si sono abbattute solo sulla sanità, gettando i nosocomi pubblici più grandi (Atene e Salonicco in primis) nel baratro di prestazioni insufficienti, con assenza di materiale basico come finanche garze, lenzuola e siringhe.

Secondo alcune indiscrezioni di stampa, però, le misure potrebbero essere anche peggiori di quelle già citate. C'è l'ipotesi di un ulteriore taglio pari al 7% della spesa pensionisticaannua. Il governo replica assicurando che farà di tutto per fissare il salario minimo, ma in caso di conti ancora una volta in disordine, non ci potrà essere possibilità per trattare.
Si fa largo anche l'ipotesi di aumentare il limite dei licenziamenti collettivi, dal 5% di oggi al 10% del personale precario in imprese fino a 300 dipendenti. Questo il tasto su cui batte principalmente il Fondo Monetario Internazionale che non fa alcun riferimento al recupero della contrattazione collettiva, che sostiene invece la parte greca.

Scritto da Paolo Falliro 



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