Un naufragio senza precedenti, almeno nell'antichità.
È quanto ci racconta la distesa di oltre 6000 anfore di epoca romana ritrovare davanti alle coste di Fiskardo, sull'isola di Cefalonia, in Grecia. Resti provenienti dall'antica Roma, scoperti dagli archeologi dell'Università di Patrasso, sono stati individuati sul fondo del mare, nascosti dagli abissi per oltre duemila anni. Secondo i ricercatori e gli autori della scoperta, le anfore sarebbero ancora intatte. E molte altre potrebbero essere nascoste sotto la sabbia. Si tratta dei resti di un carico dell'imbarcazione che affondò tra il 100 a.C e il 100 d.C al largo di questi mari.
La stima di 6000 anfore viene dagli archeologi, naturalmente ancora nessuno ha contato realmente le anfore, ma il calcolo – rivelano gli studiosi – è presto fatto. A rivelarlo è George Ferentinos, ricercatore dell'Università di Patrasso. E arriva da un dettaglio. Benché siano passati duemila anni (e forse pi), il vasellame ha mantenuto la sagoma dell'imbarcazione che le trasportava. Da questo dettaglio si è riusciti a ipotizzare la stazza della nave che, lungo il suo percorso nel Mediterraneo Orientale, non giunse mai a destinazione.
"Il più grande naufragio nel Mediterraneo Orientale"
Tutto ciò porta lo staff di archeologi dell'Università di Patrasso a sostenere l'ipotesi non troppo ardita che si tratti di "uno dei quattro naufragi più grandi ritrovati nel Mar Mediterraneo e il più grande mai trovato nel Mediterraneo orientale".
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