Nell’anno da record del Nasdaq di New York, che ha chiuso per la prima volta sopra quota 9mila punti, la regina delle piazze finanziarie è incredibilmente Atene.
Il listino greco capitalizza 18,55 miliardi di euro contro gli oltre 21mila della Grande mela, ma con un rialzo del 50,1% da inizio anno è stato il migliore del mondo nel 2019. Seguono Buenos Aires (+37,6%), il Nasdaq (+35,74%), Bucarest (+34,74%), Shenzhen (+33,92%) e Wellington (+31,67%).
La buona notizia è che Milano (Ftse Mib +29,65%), settima globale, è la numero due dell’eurozona. Restano dietro Parigi (+27,62%), Zurigo (+27,3%), Francoforte (+26,31%) ed Amsterdam (+25,24%). Poi vengono Dow Jones (+22,8%), Shanghai (+20,5%) e Tokyo (+19,1%). Londra, su cui pesa l’incertezza della Brexit, si ferma a +13,63% e Madrid la segue a ruota con +13,59%.
Il listino principale di Borsa italiana raggiunge una capitalizzazione di 655,6 miliardi, pari al 37% del Pil. Una realtà che il presidente del consiglio Giuseppe Conte riferisce di «seguire sul piano degli asset societari e di governance» con l’ad Raffaele Jerusalmi che lo «ringrazia per l’attenzione».
Nel 2018 Piazza Affari, con 543 miliardi, valeva il 33,5% del Pil e a fine 2017, con 644 miliardi, era al 37,8%. Per salire sopra al 40% bisogna tornare al 2007, quando con 731 miliardi valeva il 47,8% del Pil, per precipitare poi con 372 miliardi al 25% nell’anno peggiore della crisi, il 2008. Nel 2000 invece, con 818,4 miliardi, la capitalizzazione totale della Borsa era pari al 70% del Pil.
Il 2019 sarà ricordato anche per le nuove quotazioni, con gli esordi dei colossi Alibaba in novembre e di Saudi Aramco a dicembre. In totale Piazza Affari ha dato il via libera a 41 nuove società, anche se qualcuna ha rinunciato per le condizioni difficili di mercato, come Rcf (impianti audio) e Ferretti (yacht di lusso).
In ogni caso, i listini milanesi hanno raggiunto il record di 375 titoli. Di questi 241 sono nel mercato principale (Mta) e 133 nel mercato alternativo dei capitali (Aim). Guardando avanti, nel 2020 sono attesi gli sbarchi dall’estero di Airbnb e Uber, del gestore di pagamenti cinese Ant Financial (Alibaba), del colosso del cibo a domicilio Deliveroo e del tecnologico Palantir. Tra le aziende italiane potrebbero quotarsi Gvs, attiva nei filtri medicali, Epta (refrigerazione), Sia (pagamenti elettronici), Agos (credito al consumo), Prelios, revocata nel 2018 e pronta al rientro, Adler (componentistica per i trasporti) e Giochi preziosi.
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