Σάββατο 21 Δεκεμβρίου 2019

Btp, perché ora il mercato li considera più rischiosi dei titoli greci

Btp, perché ora il mercato li considera più rischiosi dei titoli greci

Una prima avvisaglia c’era stata il 7 novembre scorso, quando nel corso della seduta il rendimento dei titoli di Stato greci a dieci anni, per la prima volta dal 2008, era sceso per pochi minuti al di sotto di quello dei Btp italiani.
Ma adesso la conferma è ufficiale: i titoli di Stato italiani, considerando come parametro di riferimento il differenziale di rendimento con il Bund tedesco e i loro rendimenti assoluti, sono più rischiosi delle omologhe emissioni di Atene. Nella seduta del 18 dicembre infatti, a fronte di un tasso dei Btp a dieci anni del l’1,33%, il pari scadenza ellenico offriva l’1,29%. Un differenziale negativo che per Atene ha il sapore di una vittoria. Il rischio percepito dai mercati è adesso superiore per il debito italiano rispetto a quello greco. Il miglioramento della situazione del Paese ellenico è impressionante: da un differenziale di oltre il 10% (mille punti base!) rispetto al Btp a uno scardo negativo di quattro punti.
Btp, pesa l’incertezza politica e l’aumento del debito
Ma perché questo accade? Innanzitutto sembra che presto la Vigilanza della Bce possa consentire alle banche greche di detenere più titoli di Stato del proprio paese. Una misura che se confermata aumenterebbe la domanda di titoli greci, facendone quindi aumentare il prezzo sul mercato secondario e di conseguenza facendone scendere il rendimento. L’incertezza politica e la stasi economica (unite al continuo aumento del debito (che in questi giorni ha toccato un nuovo record a 2.446 miliardi di euro ) giocano invece a sfavore dei Btp a dieci anni. Sul rialzo dei rendimenti dei Btp italiani (oltre che sulla ripresa dello spread Btp Bund, ormai stabilmente al di sopra dei 150 punti base) ha pesato anche la polemica politica inorno al Mes, il Meccanismo europeo di stabilità. Una delle prime ipotesi di riforma del meccanismo lasciavano intravedere la possibilità che venisse posto un limite per le banche italiane al quantitativo di Btp che possono detenere in portafoglio. La misura è stata poi smentita ma l’allarme generato è stato sufficiente a generare tra gli investitori il timore che un alleggerimento delle posizioni in Btp da parte delle banche centrale potesse farne diminuire i prezzi (e quindi aumentare il rendimento).

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