Sono 1490 i migranti bambini non accompagnati attualmente bloccati in Grecia. Non possono essere assistiti per lo scarso numero di strutture disponibili e non vengono accolti in altri paesi per il fallimento del piano di ridistribuzione dei profughi predisposto dalla Commissione europea.
Il risultato che è alcuni di loro finiscono in centri di detenzione.
In occasione dell’inaugurazione di un nuovo punto di accoglienza per minori gestito da Save the Children, il Ministro dell’Immigrazione greco, Yannis Mouzalas, è tornato a puntare il dito contro Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia.
“Non solo non partecipano al processo di rilocalizzazione, ma tentano di bloccarlo rivolgendosi alla Corte europea e lanciando un nuovo modello, la cosiddetta ‘solidarietà flessibile’ che altro non è: ‘Tenetevi i rifugiati e vi manderemo le coperte”, ha dichiarato.
Grecia e Italia hanno più volte chiesto sanzioni contro il cosiddetto gruppo di Visegrad. Nelle ultime ore la Polonia ha di nuovo rivendicato il diritto di decidere autonomamente come gestire il problema dei migranti, senza deportare le persone in paesi in cui non vogliono andare.
Il piano europeo prevedeva il trasferimento di 160mila rifugiati entro la fine del 2017. Finora quelli che hanno lasciato la penisola ellenica non sono più di 4.000.
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