La Corte di giustizia dell’Unione Europea, sezione IV, con sentenza n. C-504/14 del 10 novembre 2016 ha condannato la Grecia per inosservanza della direttiva 2006/105/CE del Consiglio del 20 novembre 2006 (direttiva habitat).
La Corte ha ritenuto che la Grecia, avendo tollerato la costruzione di case ad Agiannaki (Grecia) nel corso del 2010, l’utilizzo, in assenza di una disciplina sufficiente, di altre case ad Agiannaki risalenti al 2006 e l’avvio dei lavori di costruzione relativi ad una cinquantina di edifici residenziali situati tra Agiannaki ed Elaia (Grecia), nonché avendo autorizzato la costruzione di tre dimore di villeggiatura a Vounaki (Grecia) nel corso del 2012;
avendo tollerato lo sviluppo delle infrastrutture d’accesso alla spiaggia situata nella zona di Kiparissia (Grecia), vale a dire l’apertura di cinque nuove strade verso la spiaggia di Agiannaki nonché l’asfaltatura di taluni punti di accesso e strade esistenti;
non avendo adottato misure sufficienti per garantire l’osservanza del divieto di campeggio libero in prossimità della spiaggia di Kalo Nero (Grecia) e a Elaia;
non avendo adottato le misure necessarie per limitare l’esercizio dei bar situati tra Elaia e Kalo Nero, sulle spiagge in cui le tartarughe marine Caretta caretta si riproducono, e non avendo vigilato a che le emissioni nocive provocate da tali bar non perturbino tali specie;
non avendo adottato le misure necessarie per ridurre, all’interno della zona di Kiparissia, la presenza di attrezzature e di diverse installazioni sulle spiagge in cui si riproducono le tartarughe marine Caretta caretta ed avendo autorizzato la costruzione di una piattaforma nei pressi dell’hotel Messina Mare;
non avendo adottato le misure necessarie per limitare sufficientemente l’inquinamento luminoso interessante le spiagge situate nella zona di Kiparissia e in cui si riproducono le tartarughe marine Caretta caretta, e non avendo adottato le misure necessarie per limitare sufficientemente le attività di pesca lungo le spiagge situate nella zona di Kyparissia in cui si riproducono le tartarughe marine Caretta caretta, è venuta meno agli obblighi ad essa incombenti in forza dell’articolo 6, paragrafo 2, della direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, come modificata dalla direttiva 2006/105/CE del Consiglio, del 20 novembre 2006 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 2006, L 363, pag. 368).
Carlo Consiglio
Fonte: CONSIGLIONEWS 26
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