Δευτέρα 21 Νοεμβρίου 2016

LA SINDROME DI ANTONIO - Sulle tracce di Platone (Trailer)

Αποτέλεσμα εικόνας για La sindrome di Antonio


Un viaggio in Grecia alla ricerca delle origini del pensiero. Opera prima di Claudio Maria Rossi con l'ultima interpretazione di Giorgio Albertazzi.


La Sindrome di Antonio - Trailer Ufficiale

Spesso il desiderio di viaggiare racchiude in sé una necessità esistenziale di ricercare in nuovi mondi risposte che aiutino a comprendere se stessi e la propria vita. La stessa necessità che stimola il giovane Antonio, Biagio Iacovelli, fervido sostenitore di Che Guevara, degli ideali sessantottini e appassionato della filosofa di Platone, a recarsi nei luoghi in cui ha avuto origine il pensiero e cercare la famosa caverna delle ombre descritta dal filosofo. Antonio e il suo viaggio in Grecia sono i protagonisti dell'opera prima di Claudio Rossi Massimi "La sindrome di Antonio", tratta dal libro omonimo scritto dal regista.

Antonio con il suo animo puro, dubbioso e un po’ ingenuo per la giovane età parte a bordo della cinquecento prestatagli dalla madre e arriva ad Atene dove conosce Maria, Queralt Badalamenti, con la quale condivide la sua ricerca tra un mare mozzafiato, i templi e i paesaggi ricchi di mitologia e di cui poi si scopre innamorato.

Riviviamo la sua avventura con un lungo flashback nel passato dello stesso Antonio anziano, Remo Girone, che ripensa a quanto ha potuto imparare dalla sua "sindrome". Infatti il suo punto di partenza e le sue aspettative non coincidono con ciò che egli trova in Grecia, per questo motivo la sua esperienza è archetipo della vita di ciascuno di noi in cui dubbi, rimorsi, rimpianto, speranze e sorprese dominano incontrollate.

"La sindrome di Antonio" è dedicato al grande regista e attore Giorgio Albertazzi, il quale compare per la sua ultima interpretazione sul grande schermo nei panni di un personaggio misterioso e silenzioso che attende con la pittura la fine della sua vita.


Il film di Rossi tocca temi e momenti interessanti ma in modo fin troppo didascalico, con dialoghi lunghi che dicono troppo lasciando poco spazio all’ interpretazione dello spettatore e con l’uso fastidioso della voice over che racconta il percorso del giovane Antonio. La recitazione poco convincente e a tratti imitativa mantiene lo spettatore lontano da qualsiasi coinvolgimento emotivo richiedendo una partecipazione più intellettiva con spunti e domande sulla vita dell’uomo.

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