Prima il memorandum, poi il Sì al Ceta e il voto all’Onu contro il disarmo nucleare, fino al rimpasto per facilitare le privatizzazioni: l’autocritica dei giovani del Prc.
E’ passato dall’Oki al Nai, dal No al Sì, ha imposto il terzo memorandum, il 21 ottobre scorso ha firmato il CETA, sei giorni dopo, all’Onu, ha votato contro il disarmo nucleare unilaterale, come Renzi e l’ennesimo rimpasto di governo è stato fatto per avere uomini di governo più “efficienti” sulle privatizzazioni in corso. Contr’ordine, compagni: su Tsipras abbiamo sbagliato. La misura è colma anche per chi, come i Giovani comunisti, avevano creduto nelle potenzialità dell’esperienza di governo di Syriza. Nell’ultimo coordinamento dell’organizzazione dei giovani vicini a Rifondazione comunista, uno degli ordini del giorno approvati prende le distanze dal partito “adulto” che ancora sostiene a spada tratta le progressive sorti dell’esecutivo di Atene a picco nei sondaggi e bersagliato dallo stillicidio di scioperi e manifestazioni di sinistre e sindacati.
Sullo sfondo ci sono i congressi, quello nazionale del Prc e quello del partito della Sinistra europea «ancor più strettamente connesso a queste vicende, che vede la discussione dell’avvicinamento o meno al Partito del Socialismo Europeo, riconosciuto come co-responsabile delle politiche neoliberiste». Quello che accade in Syriza, nella Linke e nel PCF, che punta a un’alleanza col PS di Hollande) avrà delle ripercussioni nella vita del Prc e dei Gc: «Ogni esperienza deve avere un bilancio ed un’organizzazione seria ha il coraggio di arrivare alle conclusioni con un punto di vista indipendente ed autonomo dalle dinamiche politiciste della fallimentare sinistra italiana.
Una decisione sofferta visto che i Gc sono stati una delle organizzazioni più attente alla vicenda greca e non ha mai fatto mancare «sostegno e complicità all’esperienza che veniva creandosi oltre lo Ionio».
Tutto ciò a pochi giorni dall’arrivo in Italia di Panos Rigas. Sarà a Roma lunedì 21 novembre il segretario di Syriza, per raccontare l’esperienza del governo greco, “il primo – recita l’annuncio dell’evento – che ha affrontato le misure di austerità imposte dall’Unione Europea e che continua a battersi per modificare l’approccio europeo alla crisi”. Applicare alla lettera i memorandum è quantomeno una originalissima forma di “resistenza” che i lavoratori greci non sembrano apprezzare granché vista la paurosa parabola discendente dei sondaggi.
Alle 17.00 Panos Rigas parteciperà a un dibattito sul tema “Le Sinistre Mediterranee per salvare l’Europa da austerità e xenofobia” alla Casa Internazionale delle Donne (via Lungara 19) cui prenderanno parte anche Joan Joseph Nuet, deputato della lista unitaria della sinistra catalana “Si Que Es Pot” e segretario di EUiA, Marco Revelli de “L’Altra Europa con Tsipras” e Sandro Medici di Sinistra x Roma.
«Siamo stati i primi ad attivarci per il sostegno a Syriza – rivendicano i Gc nello stesso Odg – probabilmente gli unici che hanno occupato ripetutamente molte facoltà di Italia per poter far parlare compagni e le compagne della nostra organizzazione sorella di Grecia». Vale la pena leggerne larghi stralci:
«L’investimento in definitiva che la nostra organizzazione ha fatto sull’esperienza greca e sulla solidarietà internazionalista ad essa legata è stato enorme e difficilmente discutibile. Ogni esperienza merita un bilancio politico, è negli obblighi dei partiti comunisti (e di chiunque investa del tempo in un’attività) la messa in discussione di un percorso, che esso abbia esiti più o meno positivi o più o meno negativi.È un dato di fatto che l’esperienza greca sia tanto sparita dai giornali e dalle tv che dal nostro dibattito interno, in generale non sono presenti nella penisola momenti formativi e di discussione su quest’esperienza pur avendo sul nostro territorio e oltre mare ancora moltissimi compagni e compagne in grado di relazionarsi con noi. Il Partito di fatto si limita ad un rapporto formale che va poco oltre le dichiarazioni elogiative ed acritiche.Che è successo in Grecia nell’ultimo periodo? (…) Negli ultimi mesi gli effetti di questa cancellazione de facto dell’autonomia politica greca non sono stati meno evidenti ad occhio attento: il 21 ottobre il governo greco appone la sua firma sul trattato CETA, il 27 ottobre i rappresentanti del governo greco votano all’Onu contro una risoluzione per il disarmo nucleare unilaterale, allineandosi al voto di Renzi che il nostro Partito ha subito denunciato. L’ennesimo rimpasto di governo è notizie di poche ore fa, il crollo di popolarità e la necessità di avere uomini di governo più “efficienti” sulle privatizzazioni in corso ha fatto gongolare pure il nostrano “Sole 24 ore” (…)Pertanto il coordinamento nazionale dei Giovani Comunisti, rivendicando il proprio impegno, la propria solidarietà e complicità con l’esperienza greca fino all’OXI, avvia immediatamente una seria riflessione su quello che oggi è l’esperienza riformista di Syriza, partendo dagli ultimi sviluppi fino ad arrivare alle ragioni originarie, un’esperienza che deve mettere a giudizio il suo carattere europeista, il commissariamento del governo di Atene da parte della Troika. Una seria riflessione impone un ragionamento libero anche su noi stessi, sui nostri errori di valutazione e, partendo da questi, su quali prospettive politiche rivoluzionare possa essere costruita un’alleanza dei popoli mediterranei».
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