Angela
Merkel torna in Grecia. Lo fa dopo cinque anni dalla sua ultima visita di Stato
ad Atene.Nel 2014, il suo viaggio fu caratterizzato da violente proteste nel
cuore della capitale ellenica. Erano gli anni del picco delle manifestazioni
per la crisi finanziaria e contro l’austerità imposta alla Grecia per salvarsi
dal default.
Il ritorno
della Merkel dopo la tempesta
Merkel e
Wolfgang Schauble, insieme alla Troika, erano visti come gli autori di un piano
che avrebbe distrutto l’economia e la società greca. Pochi mesi dopo, Alexis
Tsipras avrebbe preso il potere promettendo di contrastare i piani imposti dai
creditori internazionali.
Promesse
culminate con quel “no” al referendum che si sarebbe poi rivelato un clamoroso
boomerang. L’Europa rispose “no”, e in maniera compatta, al risultato del
referendum con cui il popolo greco aveva respinto il piano di salvataggio. E
Tsipras, nel corso degli anni, si è gradualmente posizionato sulla linea
dell’Unione europea lasciando un Paese ferito dai piani dei creditori e
sostanzialmente incapace di reagire agli stimoli. L’economia greca è rimasta
affossata, gli asset strategici sono stati svenduti, e il primo ministro appare
in calo nei consensi, superato di dieci punti percentuali dal principale
partito d’opposizione: Nea Demokratia.
Con queste
premesse, la Cancelliera torna ad Atene. Quasi a voler controllare, dopo cinque
anni di sacrifici, se la Grecia ha effettivamente realizzato quanto imposto
anche da Berlino. E la risposta dovrebbe essere del tutto affermativa. Il primo
ministro di Syriza si è rivelato un valido partner a cui affidare le politiche
di austerità imposte a livello europeo. E dopo alcuni mesi di sfida al piano
della Troika, Tsipras, onde evitare la catastrofe minacciata dai mercati, ha
accettato più o meno supinamente tutte le direttive dei creditori
internazionali. Con Berlino a fare da garante e da guardiano.
Passata la
tempesta, Angela Merkel ritorna in Grecia non solo come responsabile di questo
piano. Ma anche come leader di un Paese che ha intrecciato profondi legami con
la Germania anche grazie alle politiche successive alla crisi. Legami economici
ma anche politici, che hanno reso Berlino una delle capitali con più forti
connessioni con Atene. E lo dimostrano non solo gli accordi commerciali, ma
anche le recenti dinamiche politiche (interne e internazionali) che coinvolgono
la politica ateniese e quella greca.
Legami
finanziari ed economici
Partendo dai
legami economici e finanziari, la Germania ha innanzitutto guadagnato miliardi
attraverso l’acquisto di obbligazioni
greche. Come scrivevamo su questa testata, “dal 2010 la Germania ha
acquistato obbligazioni di Atene come parte di un accordo dell’Unione europea
per sostenere l’economia greca. Le obbligazioni furono acquistate dalla
Bundesbank e poi trasferite al tesoro statale”. Ma il problema è che l’accordo
originale fra Germania e Grecia prevedeva
che qualsiasi interesse sarebbe stato restituito ad Atene una volta
adempiuto ai suoi obblighi sulle riforme.
La Grecia ha
adempiuto, ma fino al 2017, la Bundesbank ha guadagnato 3.4 miliardi di euro di
utili sugli interessi, trasferendo solo 527 milioni nel 2013 e 387 milioni nel
2014.
A questi
incassi finanziari, si è aggiunto poi l’acquisto delle infrastrutture
strategiche da parte delle aziende tedesche. In particolare, merita attenzione
la strategia di Fraport, operatore aeroportuale il cui principale azionista è
il land di Hessen, e che ha acquisito 14 aeroporti turistici ellenici. In
questo modo, l’operatore tedesco ha assunto il controllo di una delle
principali infrastrutture greche oltre che uno dei maggiori volani
dell’economia del Paese.
Legami
politici sempre più stretti
A questi
rapporti economici si aggiungono quelli politici. E qui la situazione inizia a
farsi complessa. Perché quello che intercorre fra Berlino e Atene non è più un
semplice rapporto di interesse economico (specie da parte tedesca), ma un vero
e proprio legame politico che ha trasformato la Germania in un vero e proprio
referente dei partiti greci.
Perché
mentre Frau Merkel visiterà Atene, non incontrerà solo i vertici del governo
greco, ma anche il leader dell’opposizione di Nuova Democrazia: Kyriakos
Mitsotakis. Lo stesso Mitsotakis è stato ospite della Csu (la costola bavarese
della Cdu) a Seeon, dove, riferendosi alla Cancelliera, ha dichiarato: “Ho un
buon rapporto personale con lei e, se questa sarà la volontà del popolo greco,
non vedo l’ora di lavorare con lei dopo le prossime elezioni nazionali”.
Un viaggio
quindi che serve ad Angela Merkel più per confermare le certezze che per
cambiare i rapporti con la Grecia. E arriva anche in un momento particolarmente
delicato. Come spiega il quotidiano greco Ekathimerini, la visita della
Cancelliera arriva mentre Tsipras è alle prese con la minaccia di una rottura
della coalizione di governo. Mercoledì, molto probabilmente, il parlamento
della ex Repubblica jugoslava di Macedonia (Fyrom) ratificherà il cambio di
nome. La leader tedesca si è prodigata per l’accordo fra Atene e Skopje: ma
forse anche per questo fa già accordi con l’opposizione.
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