Κυριακή 29 Ιανουαρίου 2017

Il referendum ignorato

Αποτέλεσμα εικόνας για TSIPRAS STRONZO
Al referendum dissero no anche all'austerity, ma fu loro ancora imposta con tagli e massicce privatizzazioni. Syriza, costretta a tradire il proprio programma, è rimasta in sella dopo le dimissioni di Tsipras e la sua riconferma, nel voto anticipato di settembre 2015. Da allora i riflettori si sono spenti, se non per qualche sporadico flash come il summit anti-austerity del settembre scorso ad Atene che richiamò all'ombra del Partenone anche Renzi e il presidente socialista francese François Hollande.
Ma la Grecia è rimasta un sorvegliato speciale dell'Ue e del Fmi (Fondo monetario internazionale) che, bilancio del 2017 alla mano, chiede altri tagli alla spesa pubblica o, in alternativa, un nuovo braccio di ferro con i creditori internazionali (la cosiddetta Troika), per una rinegoziazione del debito. Non è cambiato molto, da un anno e mezzo fa: il terzo piano di salvataggio non si è rivelato utile e Wolfgang Schäuble (il ministro tedesco del waterboarding) per lo scorso Natale ha tuonato: «Nessuna compassione per Tsipras».
IL BONUS AI PENSIONATI. L'ultima scintilla è stata la decisione del governo greco, per le festività del 2016, di un bonus a circa 1 milione e mezzo di pensionati a basso reddito. Per le loro ristrettezze Tsipras non fa mistero di incolpare le misure drastiche volute dalla Germania, che con l'Ue non vede affatto di buon occhio simili elargizioni e blocca le tranche del pacchetto. Tra i temi dell'Eurogruppo riunito il 26 e il 27 gennaio a Bruxelles, oltre alle pulci sui conti pubblici all'Italia, c'è l'andamento del piano di salvataggio greco da 86 miliardi del luglio 2015: un tema in stand byda mesi.
Tsipras mette le mani avanti contro la «richiesta del Fmi di votare nuovi tagli in parlamento, contraria alla Costituzione e alle norme democratiche», escludendo anche «nuove e inutili elezioni anticipate». Ma che le tiri in ballo e che il Fondo monetario internazionale non sia presente alla riunione dell'Ecofin per un tema da mesi rimasto all'ordine del giorno è sintomatico di quanto la bomba greca sia pronta a riesplodere. Al suo fianco Tsipras non avrà allora neanche più Barack Obama per la crescita: con Donald Trump alla Casa Bianca favorevole - secondo i media - ai (veri) waterboarding, Ue e anche Nato se la devono sbrigare da sole.
FMI CONTRO UE. Lo stallo di Bruxelles è dovuto al solito tiro e molla tra i tre membri della Troika: il Fmi che preme per un nuovo taglio del debito ellenico e i creditori europei che, attraverso la Bce e soprattutto la Commissione Ue, frenano. In alternativa, per riavere indietro i soldi prestati con gli interessi, l'organo diretto da Christine Lagarde chiede a Tsipras nuovi tagli alle pensioni e riduzioni sulle esenzioni fiscali. Dietro al pressing c'è, neanche a dirlo, Berlino: da anni Schäuble fa leva sul Fmi, oltre che sulla Commissione Ue, per chiedere il conto alla Grecia.
La mano leggera di Tsipras sugli evasori è un'altra ragione di irritazione da parte della Troika. All'inizio del 2017 il governo greco ha lanciato una sanatoria per circa 250 mila contribuenti non in regola con il fisco: pagando un'una tantum eviteranno le sanzioni integrali. Lo scudo non include però i conti correnti dei politici, per accedere ai quali è necessaria l'autorizzazione del parlamento, ed è noto il tasso di corruzione tra la casta ellenica: tangenti per decine di milioni di euro.
EVASIONE IGNORATA. In Grecia l'evasione è endemica: si stima che circa 1 miliardo di tasse al mese venga eluso. I grandi evasori spostano le cifre sospette sui conti esteri, i medi e piccoli lavorano a nero soprattutto sulle isole più gettonate e piene di turisti: a Mikonos e Santorini il tasso di evasione è stimato superare il 60%. Un'illegalità massiccia che, negli anni, ha sottratto allo Stato quasi 80 miliardi di euro, a danno dei pensionati e dipendenti che, dall'esplosione della crisi nel 2009, hanno subito tagli enormi agli assegni. Se lavoratori decine di migliaia di licenziamenti.
EMERGENZA SOCIALE. Un insegnante di una delle tante piccole scuole guadagna 650 euro al mese, si fanno lavori in nero per una manciata di euro al giorno. Ci sono pensionati che con 300 euro al mese devono mantenere i figli disoccupati: i loro assegni sono stati decurtati di più del 40%, e sono state aumentate le tasse su auto, telecomunicazioni benzina, sigarette e beni di consumo (non ultima l'Iva portata al 23%) per circa 1 miliardo di euro. La disoccupazione è al 23% (al 44% quella giovanile), oltre il 15% della popolazione vive in estrema povertà rispetto al 2% del 2009, secondo un recente studio dell'istituto Dianeosis.
Ancora: nel 2009 il debito pubblico raggiungeva il 127% sul Pil, adesso è al 174%, il secondo record negativo al mondo dopo il Giappone. È un foglio perbusinessmen come il britannico Financial Times a parlare, nel 2017, degli indici di miglioramento nell'ultimo semestre e in previsione per quest'anno di una ripresa del 2,7% come di una «guarigione sulla carta». «La povertà sta al contrario aumentando» per i «tagli a ospedali, scuole e sicurezza sociale che hanno lasciato un numero crescente di greci più vulnerabili e senza supporto», e la «disoccupazione è ancora la più alta d'Europa».
CRAC IRRISOLTO. Oltre il 70% dei disoccupati sta vivendo nella più assoluta povertà. Otto anni di catastrofe finanziaria per una bancarotta statale irrisolta sono passati in secondo piano per l'emergere di problemi ancora più grandi per l'Ue: la Brexit, gli attentati terroristici, l'emergenza profughi. Ma la Grecia tornerà presto a chiedere soldi all'Europa.
http://www.lettera43.it/it/articoli/economia/2017/01/28/grecia-due-anni-di-tsipras-non-risolvono-il-crac/208070/

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