Questo stupendo pinnipede era
considerato ormai spacciato, almeno per l’Italia.
E, se da decine di anni i censimenti
calcolavano una popolazione di 400 esemplari sparsi nel Mare Egeo e in
Mauritania, in Italia era ritenuta scomparsa
Tra le specie in via di estinzione,
la più minacciata è la foca monaca (Monachus monachus). Questo stupendo
pinnipede, relitto vivente di antichissime faune, era considerato ormai
spacciato, almeno per l’Italia. E, se da decine di anni i censimenti
calcolavano una popolazione di 400 esemplari sparsi nel Mare Egeo e in
Mauritania, in Italia era ritenuta scomparsa.
La battaglia del Wwf
Ma i naturalisti non si sono mai
dati per vinti. E il Wwf per decenni — a iniziare dal 1968 quando incaricò un
Gruppo Speleologico di effettuare ricerche nella Grotta del Bue Marino in
Sardegna — ha continuato a battersi per evitare un’estinzione che si annunciava
prossima.
Si riteneva che la persecuzione
continua di cacciatori e pescatori e, più recentemente, il disturbo della
motonautica e l’occupazione turistica delle coste, non dessero speranze di
sopravvivenza al mitico Bue Marino, cantato da Omero, Oppiano e Virgilio che
frequentava le nostre coste.
Dobbiamo alle ricerche del gruppo di
ricercatori internazionali coordinato dal professor Alexandros Karamanlidis,
presidente della «Società ellenica di protezione della foca monaca» —
pubblicato sulla rivista Mammal Review — la notizia che il loro numero è salito
oggi a settecento individui.
Fototrappolaggio
D’altra parte le indagini di campo
condotte dal Gruppo Foca Monaca legato al Wwf e da Emanuele Coppola — il
maggior esperto di questi mammiferi — con tecniche di fototrappolaggio già
aprivano previsioni ottimistiche.
Le osservazioni di esemplari,
ripresi da lui lungo le coste italiane e soprattutto in quelle dei Balcani
(Croazia e Isole Ionie), confermavano una probabile ripresa della specie. Un
cucciolo, fotografato a novembre sulla spiaggia dell’isola di Othoni a nord di
Corfù e a meno di 100 chilometri dalle coste pugliesi, ha dato altre speranze
ai naturalisti. Un fenomeno nuovo è il comportamento sempre più fiducioso degli
esemplari che si avvicinano all’uomo.
Terminata quasi ovunque la
persecuzione a colpi di fucile, molte foche salgono sulle spiagge e si fanno
ammirare stravaccate su pontoni e barche (è successo nell’Isola di Samo).
Foche e turisti
Una situazione che, se conferma
l’atteggiamento amichevole delle foche già riscontrato in passato dai
ricercatori nelle grotte sede di riproduzione, non collima con le teorie che
sostenevano l’incompatibilità tra la presenza di foche e quella di bagnanti e
turisti.Le isole Jonie, ad esempio, hanno conosciuto in questi ultimi anni un
forte incremento di turismo in coincidenza con la maggiore presenza di foche e
aprono finalmente speranze per una nuova amicizia tra uomini e animali.
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