“La prima notte” dopo il fallito golpe del 15 luglio in Turchia “ho chiamato” le autorità greche. “Hanno detto che la questione sarebbe stata risolta in 15-20 giorni. Il ritardo nel loro rimpatrio ovviamente mina la fiducia” nelle relazioni bilaterali.
Così il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, dopo che la Corte suprema di Atene ha negato l’estradizione degli 8 militari turchi fuggiti nel Paese dopo il putsch. Il governo di Alexis Tsipras ha replicato che “la sola autorità responsabile per il relativo giudizio è il sistema giudiziario greco indipendente, le cui decisioni sono vincolanti”.
Le autorità turche, a questo punto hanno minacciato di essere pronte a cancellare l’accordo sui migranti dopo che la Corte suprema, il più alto grado della giustizia ellenica, ha respinto la richiesta di estradizione.
Inappellabile la decisione del tribunale, lo ha ribadito anche il premier Alexis Tsipras, che sostiene che la decisione non abbia nulla di politico. “In Grecia il principio della separazione dei poteri è irrinunciabile e vincolante in base alla Costituzione, così come nel rispetto del diritto internazionale”. Ciò però non fa che complicare le relazioni tra i due paesi che da sempre non sono molto buone.
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