Ostuni (in greco:Astynéon) è un comune italiano di 31 318 abitanti della provincia di Brindisi in Puglia.
Detta anche Città Bianca,[3] per via del suo caratteristico centro storico che un tempo era interamente dipinto con calce bianca, oggi solo parzialmente. Il suo territorio è parte integrante della Murgia meridionale, al confine con il Salento.
Rinomato centro turistico, dal 1994 al 2015 ha ricevuto la Bandiera Blu[4] e le cinque vele di Legambiente[5] per la pulizia delle acque della sua costa e per la qualità dei servizi offerti, divenendo la città con il mare più pulito d'Italia. Nel 2005, inoltre, la Regione Puglia ha riconosciuto il comune come "località turistica".[6]
« Ostuni è la città panoramica per eccellenza,ogni casa è un belvedere, ogni trattoria è della Bellavista, ad ogni finestra v'è un poeta che guarda nella pianura sottostante gli ulivi che cangian colore a tutti i venti [...] A Ostuni le case sono bianche, di latte e calce, sono bianche fino a far male agli occhi, sono candidi i muri, le finestre, le porte, le scale, tutto è inverosimilmente bianco. [...] A Ostuni si va per capire cosa vuol dire stare al riparo dal sole [...] per non desiderare più romanzi, per non pensare più a viaggi lontani, qui c'è il fascino di tutte le città dei mari del Sud, qui c'è l'equatore a portata di mano. » |
(Ettore Della Giovanna) |
Ostuni sorge su tre colli ad un'altezza di 218 metri s.l.m.. È situato a 8 km dalla costa adriatica. La Murgia, sulle cui propaggini sud orientali si trova la città, è una zona carsica costituita essenzialmente da calcari cretacei. È perciò una zona piuttosto arida e priva di corsi d'acqua: al loro posto le cosiddette "lame", letti torrentizi a carattere stagionale, dai solchi poco profondi e dalle pareti ripide. Altra caratteristica geologica del territorio sono le "gravine", dei burroni carsici.
Le attività economiche più importanti sono il turismo e l'agricoltura (soprattutto ulivi e viti). Importanti e numerose le presenze di strutture dette "masserie", ovvero antiche fattorie fortificate presenti sia nella selva ostunese che nella marina, dove si svolgeva l'attività agricola dei grossi proprietari terrieri e che oggi sono diventate alberghi di lusso.
Il primo nucleo cittadino fu fondato dai Messapi, un'antica popolazione illirica od anatolica che stanziata nel Salento nel VII secolo a.C.; i Messapi furono abili costruttori di strade e città e scelsero l'ubicazione per la città in cima a un colle dalle pareti molto ripide (murex in latino, da cui proviene per l'appunto il termine Murgia) molto interessante dal punto di vista strategico. Recenti scavi nei pressi del foro Boario (la zona prospiciente le mura medievali), hanno permesso il rinvenimento di tombe del IV – II secolo a.C., che documentano la presenza di un centro abitato, la cui estensione andava dai fianchi della collina alla piana digradante verso il mare.
Nel III secolo a.C. anche il Salento fu conquistato dai Romani e con esso la città. Sul periodo romano le fonti dicono molto poco, probabili tracce rimangono in alcune masserie, sorte sulle fondazioni di antiche ville romane. Poco si sa anche riguardo all'etimologia della parola Ostuni: probabilmente, deriva dall'eroe eponimo Sturnoi, compagno di Diomede, che dopo la Guerra di Troia l'avrebbe fondata; successivamente i Romani la chiamarono "Sturninum". Il termine tuttavia potrebbe essere mediato dal messapico o più probabilmente dal greco ἄστυ νέον (ástu néon, in cui ástu = cittadella fortificata, néon = nuova).
Il Medioevo[modifica | modifica wikitesto]
Con la caduta dell'Impero romano d'Occidente, Ostuni, come il resto d'Italia fu percorsa da Ostrogoti, Longobardi, Saraceni e strenuamente difesa dal potere imperiale esercitato dai Bizantini. Durante il periodo bizantino, nell'876 diventò diocesi e diede rifugio aimonaci basiliani provenienti da Siria ed Egitto; minacciati dai Turchi, ma soprattutto dall'iconoclastia, i monaci si rifugiarono nelle stesse grotte che avevano dato rifugio agli uomini preistorici. Fra l'XI e il XII secolo i Normanni conquistarono gli insediamenti bizantini in Puglia unificandoli sotto la Contea di Puglia istituita Roberto il Guiscardo e poi divenuta Ducato di Puglia. I normanni intensificarono inoltre la coltivazione dell'ulivo e provvidero a stabilire con precisione i confini della Città. Nel XII secolo Goffredo III, conte di Lecce e funzionario del re Ruggero II di Sicilia, con giurisdizione militare sulla Terra d'Otranto, costruì un castello sulla cima del colle più alto di Ostuni; oggi di quella costruzione imponente e ben fortificata, rimangono solo una torretta e il giardino (Giardino Zurlo). Il feudo ostunese risulta di rilevante importanza militare, tanto da fornire al regno normanno dodici Cavalieri di cui alcuni extra moenia. Ostuni viene integrata nell'ampio territorio della contea normanna di Lecce e nel Principato di Taranto. Con gli SveviOstuni si sviluppò notevolmente. Federico II di Svevia intese liberare Ostuni dai suoi vincoli feudali e prendere sotto la sua diretta e particolare protezione la città facendo del suo castello insieme a quello di Oria Taranto e Brindisi perno della difesa imperiale in Apulia e rendendolo esente da tasse e controlli di funzionari. Gli abitanti di Villanova e di Carovigno, inoltre, erano tenuti alla manutenzione castello di Ostuni, uno dei Castra exempta del Regno di Sicilia[7], difatti nel XII secolo il sistema portuale dell'area adriatica sotto l'autorità di Ostuni è ampliato dallo sviluppo della piccola Petrolla, oggi Villa Novaa[8]. Indice dell'espansione sull'Adriatico di Ostuni.[9] Nel 1182 Tancredi Conte di Lecce e signore di Ostuni, concede al vescovo ed ai cittadini ostunesi di fondare un centro presso San Nicola di Petrolla e di popolarlo[10]. È in oltre concesso un mulino ed un forno, riservandosi il diritto di amministrarvi la giustizia[11].
Il centro viene rilevato nel percorso di ritorno dalla terza crociata di Filippo II Augusto re di Francia nel 1191 et recedens, inde transitum fecit.. per villam que dicitur la Petrolle[12].
È l'imperatore Federico II di Svevia a dare la maggiore spinta propulsiva per lo sviluppo del casale. Il 9 ottobre 1239 Federico II ordina ad Andrea di Acquaviva, giustiziere di Terra d'Otranto di verificare perché il suo predecessore Filippo di Maremonte non sia riuscito a far ripopolare Petrolla nonostante il suo ordine.[13] Il 29 febbraio 1240 rinnova l'ordine allo stesso giustiziere e richiede di far pervenire ad cameram nostram una relazione completa.[14] Pervenuta puntualmente il 6 aprile 1240.
Ostuni si aprì al commercio con gli Angioini, i quali costruirono nuove fortificazioni per la città e rifondarono, sulle rovine dell'antica Petrolla, il porto di Villanova (la frazione costiera del paese).
La particolarissima conurbazione del borgo medievale, con le case addossate le une alle altre e la presenza di domus palatiate a più piani, risale proprio a questo periodo storico e si spiega sia con esigenze difensive sia col voler sfruttare appieno in larghezza ed altezza tutto lo spazio disponibile all'interno delle mura.
Ostuni fu circondata da nuove mura con torrioni circolari in periodo aragonese: furono aperte quattro porte, delle quali oggi si conservano solo Porta Nova risalente al XII secolo e ricostruita nel XV secolo e Porta San Demetrio del XIII secolo.
Dal Rinascimento al Risorgimento[modifica | modifica wikitesto]
Tra la fine del XV e i primi decenni del XVI secolo gli esponenti di spicco della Comunità ebraica di Ostuni si distinsero nel commercio di prodotti tessili. La comunità nel suo complesso era una delle più floride della Terra d'Otranto e non fu esente da persecuzioni da parte dei cristiani [15]. Nel 1506 Ostuni passò al ducato di Bari di Isabella d'Aragona e della figlia Bona Sforza: sotto il dominio spagnolo cominciò così il periodo d'oro della città, sia dal punto di vista economico che culturale. I duchi concessero a Ostuni onori e privilegi, rafforzarono le fortificazioni delle mura cittadine e dotarono il litorale delle torri Pozzella (oggi diroccata) e San Leonardo. Il periodo rinascimentale corrisponde anche al massimo sviluppo urbanistico della città: il numero di abitanti tocca ormai quota 17.000. All'impianto medievale del centro storico si aggiungono numerosi nuovi edifici.
Ma nel XVII secolo cominciò una fase di declino: infatti nel 1639 Filippo IV d'Asburgo, a fronte dei debiti per la guerra dei trent'anni, vendette Ostuni agli Zevallos, una famiglia di mercanti che trattò la città alla stregua di feudo personale: anche la popolazione crollò al di sotto dei 10.000 abitanti. Fu durante questo periodo storico che la peste imperversò nella zona, pur risparmiando proprio Ostuni: questo perché era invalso l'uso di imbiancare le abitazioni con la calce, in quanto disinfettante naturale. Questa pratica non solo bloccò il contagio, ma, protrattasi nel tempo, rende ancora oggi laCittà Bianca così peculiare a distanza di secoli.
Con i Borboni la città fiorì nuovamente. Ostuni si espanse in direzione dei vicini colli di Casale, Cappuccini, Sant'Antonio e Molino a Vento. Il centro della vita cittadina si spostò da piazza del Moro all'odierna piazza Libertà, dove si trova oggi il Municipio (e una volta sede del Convento deiFrancescani). Fu proprio in questa piazza che Giuseppe Greco, nel 1771, innalzò la colonna in onore di Sant'Oronzo, il quale secondo la tradizione popolare aveva preservato la città dal contagio della peste.
Ai primi dell'Ottocento, sull'onda degli ideali dell'illuminismo, anche Ostuni venne attraversata da tumulti insurrezionali: vennero fondati un circolo della Giovine Italia e una rivendita carbonara. Durante questi moti Ostuni fu la prima città della Puglia a innalzare il tricolore.
Ostuni oggi[modifica | modifica wikitesto]
Dal secondo dopoguerra a ora, accanto allo sviluppo dell'agricoltura e dell'industria di trasformazione ad essa correlata (olio di oliva, mandorle, vino), la città è diventata una rinomata meta turistica, riuscendo a valorizzare i suoi beni culturali, storici e architettonici. Numerosi villaggi turistici, come ad esempio Rosa Marina, di rilevanza internazionale, sono sorti sul litorale, uno dei più puliti della costa pugliese. Nel 2006 si è istituito sulla costa che confina con il comune di Fasano il Parco naturale regionale Dune costiere da Torre Canne a Torre San Leonardo, area protetta di elevato interesse naturalistico e paesaggistico.
La caratteristica più peculiare del centro storico, che così tanto affascinava i turisti, era l'imbiancatura a calce delle case fino ai tetti. L'uso, attestato sin dal Medioevo, deriva, oltre che dalla facile reperibilità della calce come materia prima, dalla necessità di assicurare alle viuzze e agli ambienti ristretti di impianto medievale una maggiore luminosità, data dalla luce sia diretta che riflessa. Come già detto, questo costume ha rivestito anche un ruolo importante storicamente nel XVII secolo, quando l'imbiancatura a calce fu l'unico modo per evitare che la peste dilagasse nella cittadina ed il contagio aumentasse sino a portarne la distruzione.
Questa pratica, oggi in declino tanto che il sindaco ha dovuto emanare un'ordinanza per farla tornare in auge, fece sì che Ostuni fosse denominata Città Bianca o Città Presepe, ed era una caratteristica che la rendeva riconoscibile e indimenticabile ai visitatori.
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