Aristotele compie
2400 anni, ben portati. Siamo stati a Stagyra, un collina affacciata sul mare
perfetto della Penisola Calcidica, a casa del filosofo
Collocò la Terra
al centro dell’Universo e tutti gli altri corpi celesti all’intorno. Del nostro
pianeta asserì essere composto di quattro elementi: terra, acqua, aria, fuoco e
da una quintessenza, inconsistente e senza peso, detta etere. Disse poi che
tutto tende a muoversi per unirsi e che non si può fermare il processo di
intesa fra sostanze simili. Poi trattò del vuoto, senza comprenderlo, perché
l’assenza di sostanza era per lui un’idea inconcepibile.
Lui è Aristotele,
uno dei padri fondatori del pensiero occidentale, nonché «tutor» di Alessandro
Magno, e quest’anno è l’Anniversario Aristotelico, ricorrono cioè i 2400 anni
dalla sua nascita.
Il grande filosofo e scienziato
greco nacque a Stagyra, città della Macedonia centrale nella penisola Calcidica
– per intenderci le tre dita allungate verso il mare che si vedono nelle cartine geografiche della Grecia – che
trasuda cultura da ogni pietra, specialmente il sito archeologico dove sono
conservate le sue ossa e dove ogni anno, in estate, si svolgono eventi
culturali che vanno sotto il nome di «Aristoteleia».
Lo scenario è
spettacolare e merita sicuramente una visita se vi trovate dalle parti di
Salonicco, dal momento che dista poco più di 100 chilometri, e attorno è un
distendersi delle spiagge di sabbia dorata che ornano la Penisola Calcidica. In
cima a due colline abbracciate dal mare e accarezzate dal vento è stata trovata
l’agorà ed è ben visibile il perimetro murario della città antica: una potente
fortificazione con saliscendi di scale che mettono in evidenza l’originario
insediamento. Gli scavi sono iniziati nel 1990 ed hanno rivelato un sistema di
mura tutto attorno alla città, con torri rotonde e quadrate. Durante le
operazioni è stata anche scoperta una cittadella con santuari, case e altri
edifici pubblici e privati che compongono il tessuto urbano.
Sempre a Stagyra,
c’è un parco a tema che si chiama “Parco di Aristotele” e che comprende un
percorso interattivo che farà felici i ragazzi, per l’utilizzo di strumenti
come lenti solari e dischi ottici, turbine ad acqua, pendoli e riflettori
parabolici, che mostrano e dimostrano i fenomeni della natura. E va da sé che è
ricompreso anche l’aspetto contemplativo, perché quando il cielo è sereno,
attraverso i telescopi in dotazione, si possono ammirare i monasteri del monte
Athos. Così nitidamente ravvicinati da poterli toccare.
di Germana Cabrelle
Foto: Stagyra, l’Agorà sul mare
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