Medici sul piede di guerra in Grecia per via della nuova
riforma proposta dal Ministero
della Salute. Il governo vorrebbe introdurre illimite di 12
ore di lavoro continuativo per ogni
medico, dato che cozza con la tragica assenza di personale: al momento manca
circa il 50% del personale, medico e paramedico, nelle strutture di tutto il
Paese.
Come
osserva su Ta Nea di oggi Elias Sioros, cardiologo e presidente dell'Associazione dei Lavoratori
dell'Annunciazione, “quale medico, soprattutto apprendista, sarà in grado di
rifiutare la firma della dichiarazione di consenso individuale sotto pressione
da parte del governo?".
Soprattutto
per quanto riguarda il nuovo calendario, i medici sono sulla difensiva,
insistendo sul fatto che i cambiamenti promossi sono lontani dalla armonizzazione del sistema-paese con il diritto
europeo, che definisce un orario di lavoro
settimanale massimo di 48 ore.
Se
da un lato l'introduzione delle 12 ore (massimo di fila) potrebbe essere
considerata positiva, in via di principio, per il personale ospedaliero
sfiancato negli ultimi anni da turni
massacranti (anche senza un riposo
per 3 / 4 settimane), dall'altro la condizione base per poter applicare la
riforma dovrebbe essere l'assunzione di nuovo
personale. In quanto allo stato delle cose la
riforma sarebbe impraticabile, osserva ancora Sioros.
E
non c'entra nulla la contrapposizione politica: le perplessità dei medici,
rilevano, sono meramente di carattere
logico. Il rischio di un altro buco nero
nella sanità pubblica ellenica esiste, dopo
il taglio che il settore ha subito dal 2012 ad oggi, con un servizio
raccapricciante andato in onda ieri sul canale teleisivo italiano Italia 1 nel programma Le Iene, che raccontava le
peripezie dei malati
tumorali greci, costretti ad indicare
sulle ricette mediche le aspettative temporali di vita.
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