Ci avviciniamo ad Atene. Dall’alto la città resta bellissima, sembra una grande tovaglia ricamata nei colori della sabbia che si stende sul Mediterraneo, larga, solare, apparentemente tranquilla.
A differenza di molte altre città europee, non ci sono i grattacieli delle compagnie petrolifere e delle banche, nulla fa sembrare Atene dall’alto al centro del dibattito mondale per il disastro economico. Ma già all’aeroporto i colori cambiano: veniamo subito accompagnati da un gruppo di militanti verdi che cercano di trasformare il vecchio aeroporto in un bioparco per la popolazione con orti e spazi pubblici verdi, dal momento che Atene è una delle città con meno verde pro capite al mondo. La costruzione del nuovo aeroporto, costruito in occasione delle Olimpiadi del 2004, oltre a essere una delle cause del grande debito pubblico della Grecia, ha lasciato un enorme deserto di cemento quasi nel centro della città. Si resta davvero shoccati visitando questa immensa area dell’aeroporto abbandonata da quasi dieci anni, in balia dei politici indecisi, che adesso dicono di aspettare i soldi degli emirati Arabi per costruirci il Las Vegas di Atene. Progetti folli, decisi naturalmente sulla testa dei cittadini, nonostante il sindaco di Atene sia stato eletto grazie ai voti delle liste civiche di sinistra. L’area é supersorvegliata, sembra di entrare a Chernobyl, e non appena cerchiamo di fare qualche foto, nonostante fossimo accompagnati anche da un parlamentare, siamo cacciati brutalmente dalla sorveglianza.
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