Chi ha seguito gli eventi che si sono verificati nel sistema bancario greco la scorsa settimana si è stropicciato gli occhi con sorpresa: i quattro maggiori istituti di credito - Piräus Bank, Eurobank, Alpha Bank e National Bank - hanno subito un vero terremoto alla borsa di Atene.
Dall'inizio di settembre il settore bancario greco ha già iniziato a tremare. Ma nei primi giorni di ottobre la situazione si è drammaticamente aggravata. I quattro istituti di credito sono stati costretti ad accusare perdite fino al 40%. Il valore delle azioni di Piräus Bank è diminuito di quasi il 30 percento. L'indice della borsa di Atene è sceso al minimo storico degli ultimi 31 mesi.
Come è potuto accadere? La Grecia non era uscita ad agosto dal programma di assistenza finanziaria internazionale tra gli applausi dei politici? Queste quattro banche non avevano superato con successo lo stress test della Banca Centrale Europea (BCE) a maggio?
Stress test: uno strumento di pubbliche relazioni della BCE
In effetti sono trascorse appena sei settimane da quando il presidente del Consiglio d'Europa Donald Tusk si è congratulato con il popolo greco per il suo ritorno ai mercati finanziari internazionali, twittando "Ce l'avete fatta!", mentre il commissario europeo per le Finanze Pierre Moscovici aveva parlato del punto finale simbolico della crisi esistenziale dell'eurozona". Sono passati meno di 6 mesi da quando la BCE ha confermato che le quattro banche greche sono in grado di superare i momenti difficili senza perdite significative.
Ma coloro che ritengono che questi test stress riflettano la reale situazione delle istituzioni finanziarie dovrebbero ricordare che le banche greche sono fallite tre volte negli ultimi otto anni, ed ogni volta prima avevano superato con successo gli stress test della BCE.
In generale queste prove non sono altro che uno strumento di pubbliche relazioni, con cui la BCE induce in errore l'opinione pubblica sullo stato del sistema finanziario. Anche se fossero eseguiti con maggiore accuratezza e serietà, il risultato risulterebbe in gran parte inconsistente.
Il motivo è il seguente: oltre il 40% delle transazioni bancarie è condotto oggi da banche nell'ombra non regolamentate, principalmente fondi hedge. Le grandi banche hanno da tempo trasferito la parte più rischiosa delle loro operazioni in questo settore. In particolare la negoziazione degli strumenti finanziari ad alto rischio è praticamente incontrollabile, dal momento che si tratta di cosiddette operazioni fuori portafoglio che non si riflettono nei bilanci delle banche.
Per questo non sorprende che i risultati degli stress test in generale non abbiano valore.
Anche una persona comune, vedendo i bilanci delle principali banche greche, resterebbe scettico. Verso la metà di quest'anno i crediti in sofferenza (prestiti che non erano stati risarciti per almeno 90 giorni) ammontavano ad 88,6 miliardi di euro. Questo indicatore rappresenta quasi la metà di tutti i prestiti assegnati e supera il tasso massimo richiesto dalla UE di oltre nove volte!
La crisi è finita? Per nulla!
Relativamente all'uscita della Grecia dal programma di aiuti della UE, è sufficiente esaminare le cifre e i fatti per comprendere l'infondatezza dell'euforia dei burocrati di Bruxelles. Per tre volte dal 2010 la Grecia è riuscita a risolvere i suoi problemi solo ricorrendo agli aiuti esterni e per otto anni ha preso prestiti per un totale di 289 miliardi di euro. Il debito pubblico greco è attualmente il 180% del PIL, indubbiamente la cifra più alta in Europa.
Per mantenere l'illusione del rimborso del debito, i creditori della Grecia stanno dilatando sempre più le condizioni di pagamento. Pertanto la durata dei prestiti del Meccanismo europeo di stabilizzazione (ESM) è attualmente di 32 anni. I rimborsi per i prestiti del Fondo europeo per la stabilità finanziaria (EFSF) nel giugno di quest'anno sono stati prorogati fino al 2060 (per 42 anni). Inoltre sono stati rinviati i pagamenti degli interessi, previsti per il 2022 fino al 2032.
Tutto questo non è altro che giocare con i numeri, per evitare di riconoscere che la Grecia e le sue banche sono in bancarotta da molto tempo e irrimediabilmente. Perché?
Perchè il settore finanziario della Grecia fa parte di un "casinò finanziario" completamente fuori controllo, per l'intreccio dei capitali greci e stranieri e per i rischi imprevedibili per l'euro e per gli strumenti finanziari per cui dichiarare il fallimento è altamente probabile che porti alla distruzione dell'intero sistema.
Prospettive disastrose
Cosa succederà dopo? Il governo di Atene, insieme all'ESM e all'associazione delle banche greche sta già sviluppando un "piano di intervento", ovvero un classico meccanismo di salvataggio che coinvolge i fondi fiscali della UE. Il meccanismo di bail-in prescritto dalla UE (vale a dire il coinvolgimento dei detentori dei titoli, correntisti ed azionisti) probabilmente non è considerato affatto per il timore di conseguenze politiche e sociali.
Inoltre le banche in una situazione difficile stanno ora cercando di raggruppare i prestiti in sofferenza e venderli a basso costo. Anche se ci sono abbastanza hedge fund che aspettano di avere accesso a prezzi bassi, questo indebolirà ulteriormente il mercato e avvierà la spirale verso il basso. Pertanto i problemi della Grecia non possono considerarsi risolti. Anche se è già chiaro ora, occorrono nuove misure di assistenza finanziaria, che ripagherà la popolazione greca che lavora, dove il 35% vive già sulla soglia o addirittura sotto la soglia di povertà, mentre la classe media è schiacciata della pressione fiscale fino al 75%. I pensionati a gennaio saranno costretti a subire un'altra riduzione (23° di fila) delle pensioni, questa volta del 18%. Non importa da quale parte si osserva la situazione in Grecia.
Ciò che sta accadendo non è altro che un fallimento deliberatamente ritardato e organizzato dal governo in complicità con i burocrati della UE e della BCE a beneficio del settore finanziario internazionale a scapito della classe media e dei ceti più deboli della popolazione.
https://it.sputniknews.com/economia/201810116616981-BCE-UE-Bruxelles-default-debito-pubblico-fallimento-finanza-austerity-banche-Grecia-Atene-Tsipras-burocrati-euro-eurozona/
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