In terra di stirpe latina, culla del sacro luogo che
diede origine alla grandezza di Roma, il sapore della cultura greca, nella
tragedia più antica di Euripide, Alcesti, eroina che sacrifica se stessa per
amore, offrendo la propria vita per salvare quella del suo amato, il marito
Admeto, re di Fere in Tessaglia.
15 10 2018
Una tragedia che si snoda sul palcoscenico del Teatro
Civico di Rocca di Papa e che offre agli spettatori un singolare avvicendarsi
del testo antico giunto a noi dal 438 a. C.
Sapiente e molto incisiva nella sua originalità la
rivisitazione del regista Ettore Falzetti, in un palcoscenico ridotto
all’essenziale nel quale emergono tra luci e ombre, figure e personaggi carichi
d’intenso pathos, in contrapposizione con altri dal sapore farsesco, accentuato
dai costumi scenici senz’altro peculiari nello loro originalità, ben studiata
da Simone Luciani, costumista e interprete dal re pusillanime ed egoista.
Costumi che spaziano dal classicismo al moderno, quasi ad offrire una duplice
visione di pensiero, di accettazione e rifiuto della morte, quasi un prendersi
gioco di questo passaggio inevitabilmente legato alla vita.
Emerge nella trama un egocentrismo che sfiora un po’
tutti i personaggi, spingendo a una riflessione: si è certi che lei, l’eroina
sia veramente tale o che invece tutto si giochi sull’evitare dolore e
sofferenza nell’accettar la tragedia d’una vedovanza? E la condizione richiesta
da Alcesti che Admeto non si risposi – per evitar ai figli, magistralmente
interpretati da Jacopo e Alisia Polidori – una matrigna , non suona come
ulteriore conferma d’un egoismo ben celato nel dolore d’abbandonar la vita?
Mirabili le musiche e i canti – la voce della Callas
avvolge in modo intenso gli spettatori- , fanno da invisibile cornice allo
snodarsi della tragedia che vede la giovane regina votarsi al sacrificio con
coraggio e generosità, atto che per sempre la priverà dell’affetto del suo
uomo, dei suoi figli. Una figura eroica al femminile, la sua, che mette in
risalto la codardia di colui che ne accetta la morte e l’egoismo di chi – i
genitori del re – rifiuta d’esser oggetto di scambio per lasciar in vita il
figlio.
Simona De Leo, Massimiliano Puddu, Giacomo Angelini,
Aurora De Paolis, Chiara Tranquilli, Enrica Lucaroni, Sara Cardaccio, Lucia
Scaggiante, Giorgio Ponzi, Nicoletta Pagano, Federica Corda, Martina Fusaro,
Giulia Conte, Alessandro Tagliani, Antonella Perondi, oltre ai già citati
piccoli fratellini Polidori, al regista e al costumista/re sono stati gli
straordinari interpreti di questo nuovo dono teatrale che il nostro Civico ha
donato a noi affezionati spettatori.
Anche riflettere e ripensare all’estremo epilogo
dell’esistenza è crescita … obiettivo raggiunto anche stavolta. Evviva il
teatro!
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