Scatta l'emergenza dalla Grecia alla Serbia. Temperature fino a -20°. Migliaia di immigrati lasciati al gelo. Decine di morti per ipotermia
"Se l'Unione europea non si interverrà tempestivamente - avverte Save the children - decine di loro, e soprattutto i bambini, rischieranno la morte per congelamento a causa delle bassissime temperature, conseguenza delle pesanti nevicate e del gelo che ha colpito la Grecia e i Balcani".
Fino ad ora, più di quaranta immigrati sono morti nella regione a causa di un clima artico. Bambini e neonati sono i più vulnerabili tra la popolazione intrappolata senza accesso ad alcuna fonte di calore o nessun riparo, e sono particolarmente esposti all'ipotermia. Molti vivono in campi per migranti assolutamente non attrezzati, in edifici abbandonati, o addirittura all'aperto in strade piene di neve.
Fino ad ora, più di quaranta immigrati sono morti nella regione a causa di un clima artico. Bambini e neonati sono i più vulnerabili tra la popolazione intrappolata senza accesso ad alcuna fonte di calore o nessun riparo, e sono particolarmente esposti all'ipotermia. Molti vivono in campi per migranti assolutamente non attrezzati, in edifici abbandonati, o addirittura all'aperto in strade piene di neve.
Sui social in molti fanno notare l'analogia con la Seconda guerra mondiale. "Sono come i prigionieri del 1943", scrivono. Le immagini e i video che arrivano in queste ore da Belgrado sono drammatici. È il fallimento della politica dell'accoglienza e delle frontiere aperte portata avanti dall'Unione europea negli ultimi anni. Nella capitale serba più di 1.200 immigrati hanno cercato un qualche riparo in edifici e magazzini abbandonati (guarda la gallery). Negli ultimi giorni le temperature sono scese fino a -10°C e le strutture in cui si sono rifugiati non hanno infissi, letti, acqua o servizi igienici di base. Le persone dormono sul pavimento, rischiando ulteriori pericoli quando accendono fuochi incontrollati per scaldarsi. La maggior parte di loro non ha guanti o scarpe adatte ad affrontare il freddo e sono stati già stati segnalati molti casi di congelamento. Le condizioni igieniche sono estreme: toilette improvvisate e rifiuti sono negli stessi posti dove i migranti mangiano o dormono o dove cercano riparo.
Nel nord della Grecia un afgano è morto congelato a causa del crollo delle temperature che hanno toccato i -14°C. In Bulgaria è stato ritrovato, lungo il confine meridionale del Paese, il corpo completamente congelato di una somala. I cadaveri di due iracheni, invece, sarebbero stati trovati venerdì scorso in una foresta nel sud-est della Bulgaria. Anche loro sarebbero morti a causa del freddo. "L'inadeguatezza della risposta dell'Unione Europea ha condannato i migranti al freddo e al gelo - accusa Andreas Ring, responsabile di Save the Children nei Balcani - i rifugiati che sono riusciti a sopravvivere ad anni di guerra, alle violenze e a viaggi rischiosi per la loro stessa vita, stanno ora morendo congelati alle porte d'Europa".
L'accordo tra Bruxelles e Ankara ha lasciato le persone in condizioni disperate. In Greciamigliaia di immigrati sono bloccati in ex capannoni industriali mentre le temperature scendono sotto lo zero. Sulle isole più di 16mila vivono in campi troppo affollati. La maggior parte di loro deve stare all'aperto o in tende già crollate a causa della neve. Sono particolarmente gravi le condizioni a Moria, il centro di detenzione sull'isola di Lesbo, dove almeno quattromila persone sono state stipate dietro il filo spinato nonostante la struttura ne preveda solo duemila. In Grecia, dove sono già presenti 63mila richiedenti asilo, si registrano una cinquantina di nuovi ingressi al giorno. In Serbia, invece, entrano un centinaio di immigrati al giorno. E vanno così ad aggiungersi agli oltre 7.200 attualmente bloccati lì.
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