Il
Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, è oggi in visita ufficiale ad Atene,
accompagnato dal Sottosegretario agli Esteri, Vincenzo Amendola.
“È con sentimenti di profonda stima che desidero ringraziarLa per le
calorose parole che ha voluto rivolgere all'Italia ed esprimerLe sincera
gratitudine per l'accoglienza che ha riservato a me e alla delegazione che mi
accompagna”, ha detto Mattarella nel Brindisi alla colazione di stato. “È per
me un piacere davvero speciale, oltre che un grande onore, essere qui oggi, a
poco più di un anno dalla visita che Ella ha voluto compiere in Italia, a testimonianza
del legame unico che - da millenni - unisce i nostri popoli e del rapporto di
sincera amicizia esistente tra i nostri Paesi. Un rapporto – ha sottolineato –
radicato nella storia, vivo nel presente e proteso al futuro, nel nome di
radici comuni e ideali e principi condivisi”.
“La geografia - e la storia - hanno posto su un sentiero comune Grecia e
Italia, centri di irradiazione di una civiltà che ha posto l'essere umano al
centro della propria riflessione”, ha aggiunto Mattarella. “Ciò ha consentito
di percorrere un lungo cammino, le cui tappe sono state segnate dall'emergere
del concetto stesso di cittadinanza e di autogoverno - il Demos, incarnato
dalle antiche Poleis greche - successivamente declinato nelle molteplici
vicende che hanno caratterizzato la storia dei nostri popoli, sino alla
rinascita nazionale vissuta nell'Ottocento. Se la democrazia è lo spazio ideale
- concretamente vissuto e quotidianamente alimentato - che ci accomuna, il
Mediterraneo rappresenta lo spazio fisico della nostra storia. L'essenza stessa
dell'Occidente si ritrova nell'elemento geopolitico del mare, nella sua forza
connettiva e relazionale, nella sua complessità di punto di incontro fra
diversi, radice feconda della nostra naturale predisposizione all'accoglienza,
al confronto”.
Grecia e Italia “hanno ricoperto, in diverse epoche storiche, un ruolo da
protagoniste nello sviluppo dei valori più elevati del pensiero, valori che
sono oggi alla base della democrazia rappresentativa in ogni luogo ove essa
vive. Valori che, a sessant'anni dalla nascita della prima costruzione europea,
se vedono l'Unione loro autorevole protagonista e garante, mantengono immutata
sui nostri Paesi una responsabilità storica peculiare nel testimoniarli:
affinché quegli stessi valori di democrazia, solidarietà e accoglienza - che
abbiamo contribuito a forgiare - rimangano al centro del disegno comune
europeo. Si tratta di un compito impegnativo, perché l'Europa si trova ad
affrontare sfide cruciali e non contingenti, sfide che ne mettono alla prova il
carattere di comunità di ideali e ci richiamano, prepotentemente, alle ragioni
fondative di questa comunità di popoli liberi”.
“Anzitutto – ha osservato Mattarella – la crisi economica e finanziaria,
che aggredisce - ormai da troppi anni - il nostro modello di convivenza
sociale, colpendo soprattutto le legittime aspettative delle giovani
generazioni, che vanno invece poste in condizione di poter guardare al futuro
con ottimismo e fiducia nella possibilità di realizzare compiutamente le
proprie aspirazioni. Attraversiamo grandi difficoltà, a causa della crisi. Ha
colpito molti Paesi europei. Ha prodotto nuove soglie di povertà, che investono
strati sempre più ampi di popolazione. Ha innescato nuove forme di
emarginazione e ha dato alimento a forze centrifughe crescenti”.
“La seconda, storica, sfida, - ha aggiunto – è quella rappresentata oggi
dalle centinaia di migliaia di donne, bambini e uomini che si mettono in
cammino - rischiando la loro stessa vita - in fuga da guerra, terrorismo e
dalla fame, inseguendo il sogno di un luogo - l'Europa - che anch'essi
percepiscono come terra di libertà, di sicurezza, di benessere. Per poter
affrontare con risolutezza ed efficacia queste prove, dobbiamo ritrovare lo
slancio ideale che ha caratterizzato la fase di avvio del processo europeo, la
spinta ideale a vivere insieme e non soltanto a collaborare”.
“Nonostante le pesanti, e talvolta estreme, difficoltà, il popolo greco non
ha tradito la sua millenaria vocazione all'accoglienza, all'apertura verso
l'altro, alla solidarietà, in uno slancio che continua a suscitare diffuso e
unanime apprezzamento”, ha riconosciuto Mattarella, secondo cui “è proprio di
seguire questi esempi, di slanci ideali uniti a concretezza, che l'Unione
Europea ha oggi bisogno. Abbiamo collettivamente necessità di strategie
positive, che ci portino al di là dell'orizzonte di corto respiro di passeggere
convenienze nazionali che minano l'armonia dell'Unione, e le sue possibilità di
collaborazione con i popoli che la circondano. Esse hanno, inoltre, un
carattere anti-storico, a fronte di un mondo nel quale la capacità di risposte
isolate dei singoli Paesi si è drasticamente ridotto”
Il Capo dello Stato ha quindi preso spunto dalla figura dell'Imperatore
Adriano, il “sovrano illuminato che ha scelto Atene quale capitale culturale
dell'Impero”, per proporre una riflessione, “rivolta soprattutto ai giovani”,
incentrata “sull'armonia tra tradizione dell'Occidente e tradizione
dell'Oriente; sul conseguimento della pace come condizione necessaria per la
ricerca della prosperità; sullo studio e la riflessione per comprendere appieno
il mondo, complesso, che ci circonda. Non si tratta, quindi, della celebrazione
di un uomo quanto, piuttosto, del valore della tendenza, di cui egli si rese
protagonista. Quella di interpretare i propri tempi, valutarne le dinamiche e
impostare una strategia. Un itinerario che, a distanza di quasi due millenni,
continua a dover essere improntato al rispetto nella comprensione dell'altro,
alla strenua difesa delle conquiste di democrazia e civiltà, alla solidarietà e
al coraggio nel trovare soluzioni di ampio respiro. Principi che hanno
contribuito a rendere grande la civiltà europea”.
“Nel percorrere insieme questo cammino, non possiamo dimenticare che la
costruzione europea è sorta anche sulla base di un rafforzamento dei rapporti
bilaterali tra gli Stati membri”, ha sottolineato ancora Mattarella. “Le nostre
relazioni sono assolutamente eccellenti, improntate a stima e fiducia
reciproche, e continueremo a lavorare per alimentare l'impegno a promuovere
ulteriormente la nostra cooperazione in tutti i settori, non soltanto
commerciali ed economici, ma soprattutto di autentica e sempre più integrata
partnership. Grecia e Italia condividono una storia millenaria, risultato di
una cultura comune che costituisce il fondamento del nostro agire e del nostro
stare insieme; e rappresenta la base migliore per costruire il futuro. Con
questa consapevolezza, - ha concluso – invito tutti i presenti a levare i
calici alla prosperità dei nostri popoli e all'amicizia tra la Repubblica
Ellenica e la Repubblica Italiana”.
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