Il sistema sanitario della Grecia è sull’orlo del collasso e «pazienti che
sarebbero potuti sopravvivere stanno morendo per colpa degli obiettivi fiscali
da rispettare». Sono forti le accuse di Michalis Giannakos, a capo del
sindacato degli impiegati negli ospedali pubblici greci. Secondo l’infermiere,
i tagli fatti nel nome dell’austerità per ottenere aiuti dall’Unione Europea
hanno trasformato «i nostri ospedale in zone pericolose».
MILIARDI DI TAGLI. «Ormai ogni 40 pazienti c’è solo un infermiere»,
dichiara al Guardian. «Spesso i malati dormono su letti che nonvengono
disinfettati, perché lo staff degli ospedali ha così tanto lavoro che non
riesce neanche a lavarsi le mani come dovrebbe. Anche volendo, poi, molte volte
manca il sapone». Nel 2014, la Grecia ha destinato il 4,7% del Pil alla sanità,
contro il 9,9% del periodo pre-crisi. Più di 25 mila, tra medici e infermieri,
sono stati licenziati. Il governo di Alexis Tsipras ha annunciato di voler
rimediare alla situazione assumendo 8 mila medici e dottori nel 2017, ma non è
chiaro se sia in grado di farlo. Dal 2009, sono stati tagliati già 5 miliardi
di euro alla sanità, 350 milioni di euro solo nel 2016.
MANCA TUTTO. Oltre al personale, mancano anche scorte di medicinali, così
come «guanti, cateteri e fazzoletti», afferma Yiannis Papadatos, a capo del
reparto di terapia intensiva di uno dei tre ospedali pediatrici di Atene.
«Quando il nostro ospedale finisce le scorte, faccio il giro tra gli amici per
chiedere aiuto e fondi». In molti ospedali non vengono più effettuati neanche i
test del sangue perché i fondi per il laboratorio sono stati tagliati.
«SANITÀ COMPROMESSA». Perfino il Fondo monetario internazionale ha
recentemente riconosciuto che in alcuni casi i tagli sono stati così pesanti
che «servizi pubblici di base come i trasporti e la sanità sono stati
compromessi». Se il presente è drammatico, il futuro non promette niente di
buono: a maggio il governo ha approvato nuovi tagli in molti settori per 5,4
miliardi e gli studenti di medicina cominciano a espatriare. «I migliori se ne
vanno perché sanno che qui in Grecia non potrebbero sviluppare le loro
potenzialità», ammette Michalis Samarakos, docente presso la facoltà di
medicina dell’università di Atene. «Il problema sta crescendo. Già oggi non
abbiamo più tirocinanti in nefrologia. E senza tirocinanti, gli ospedali non
possono funzionare».
Leone Grotti
Foto: Ansa
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