Παρασκευή 27 Οκτωβρίου 2017

26.10: Memoria del santo, glorioso e grande martire DEMETRIO il MIROVLITA

Il 26 di questo mese, memoria del santo, glorioso e grande martire DEMETRIO il MIROVLITA. 


San Demetrio visse a Tessalonica sotto il regno di Diocleziano e Massimiano (284-305). Egli discendeva da una delle più nobili famiglie della provincia di Macedonia ed era ammirato da tutti non solo per la nobiltà della sua origine e la sua grazia fisica, ma anche per la sua virtù, la sua saggezza e la sua bontà, che lo rendevano superiore agli anziani. 

Esperto nell’arte militare, era stato nominato, malgrado la sua giovane età, generale delle armate di Tessaglia e proconsole di Grecia da Massimiano Galerio, Cesare per la Grecia e la Macedonia. Ma questi onori non riuscivano a far perdere a Demetrio il senso delle realtà più essenziali. Con il cuore toccato dalla fede in Cristo e considerando niente tutta la gloria di questo mondo, trascorreva la maggior parte del suo tempo a interpretare pubblicamente la parola di Dio. La sua parola era così convincente e la sua vita, piena di giustizia, di pace e di amore per i fratelli, ne era una applicazione pratica, tanto che un gran numero di pagani si erano convertiti, malgrado la persecuzione lanciata dall’imperatore contro i cristiani.

Poiché l’imperatore Massimiano andò a riportare importanti vittorie contro gli Sciiti, di ritorno verso Roma, si fermò a Tessalonica per farsi acclamare dalla folla e offrire sacrifici di ringraziamento agli idoli. Alcuni pagani della città. Gelosi dei successi di Demetrio, approfittarono della presenza dell’imperatore per denunciarlo come cristiano. Lo stupore del tiranno si trasformò in violenta collera quando apprese che Demetrio non si accontentava di condividere la fede dei discepoli di Cristo ma la propagandava con successo approfittando della sua carica nell’assemblea degli ufficiali. Egli fece comparire Demetrio e lo fece chiudere in una prigione situata nel sottosuolo malsano di un bagno che si trovava in prossimità. Allorché Demetrio penetrò nella sua cella, uno scorpione si avvicinò al suo piede, preparandosi a pungerlo mortalmente ma, con un semplice segno di croce, il santo lo fece scomparire. Venne allora lasciato solo, nell’umidità e fra odori nauseabondi. Ma Demetrio non vi prestava attenzione, pieno di gioia al pensiero di comunicare ben presto pienamente alla Passione salvifica del Signore; la sua sola tristezza era di dover attendere la fine delle festività organizzate per il trionfo dell’imperatore, per compiere il suo martirio.

Come era abitudine in tali circostanze, Massimiano aveva organizzato nell’anfiteatro di Tessalonica dei giochi e dei combattimenti di gladiatori. Egli aveva condotto con sé una sorte di gigante, dalla forza erculea, che nessuno poteva resistergli. Un giovane cristiano della città di nome Nestore, vedendo il vano orgoglio che faceva l’imperatore alla vista delle vittorie del suo protetto, decise di dimostrargli che è al Cristo soltanto che appartiene la vera potenza. Egli corse verso la prigione dove era prigioniero Demetrio e gli chiese la protezione della sa preghiera per andare ad affrontare il gigante. Il martire fece il segno della croce sulla fronte del giovane e l’inviò, come Davide avanti a Golia. Egli arrivò all’anfiteatro nel momento in cui gli araldi gridavano dappertutto invitando chi volesse affrontare Lieo. Nestore avanzò allora avanti all’imperatore e gettò la sua tunica gridando: << Dio di Demetrio, vieni in mio aiuto! >>. Immediatamente, mentre il gigante si tuffava sul fragile ragazzo, costui lo schivò e lo colpì mortalmente al cuore con il suo coltello. Tutti rimasero colpiti da stupore alla vista del prodigio e si chiesero come l’invincibile barbaro era così subitaneamente caduto sotto i colpi di un ragazzo che non confidava né nella sua forza né nelle sue armi. In effetti costui aveva messo tutta la sua speranza nel Signore, << Maestro del combattimento >>, Lui che libera i nemici nelle mani dei suoi fedeli. Anziché sottomettersi a questo segno della potenza sovrana di Dio, l’imperatore scoppiò di collera e ordinò che si afferrasse sul campo Nestore e gli si tagliasse la testa fuori città. Poiché aveva udito Nestore invocare il Dio di Demetrio, Massimiano suppose che quest’ultimo avesse usato qualche sortilegio e diede l’ordine ai suoi soldati di andare ad uccidere con le loro lance nel fondo della sua prigione, senza alcuna forma di processo. Alcuni cristiani, che erano presenti al momento dell’esecuzione del santo, attesero la partenza dei soldati e seppellirono il suo corpo con devozione.

Lupo, il servitore di san Demetrio, era anche lui presente. Prima che venisse seppellito, prese la tunica del martire bagnata del suo sangue e mise al suo dito l’anello regale che costui portava. Attraverso l’intermediazione di questi due trofei, Lupo compì un gran numero di miracoli e di guarigioni. Allorché Massimano l’apprese, inviò subito i suoi soldati a tagliare la testa al fedele servitore.

Dio non voleva lasciare inerte dopo la sua morte, la grazia di cui aveva riempito Demetrio; e perciò fece colare dal suo corpo un delizioso liquido profumato, che aveva la proprietà di procurare la guarigione a tutti quelli che confidavano con fede nell’intercessione del santo. A più riprese dopo 1600 anni, san Demetrio ha manifestato la sua benevola protezione sulla città e sugli abitanti di Tessalonica. Egli li ha protetti dagli assalti dei barbari, combattendo contro di essi sui bastioni; li ha salvati dalle epidemie e dalle carestie; ha guarito i malati e consolato gli afflitti. I suoi miracoli sono così numerosi che colui che volesse enumerarli sembrerebbe così insensato come colui che desiderasse contare i granelli di sabbia.

A cura della Chiesa Greco-Ortodossa di San Paolo Apostolo dei Greci, Reggio di Calabria


Δεν υπάρχουν σχόλια:

Δημοσίευση σχολίου