Πέμπτη 29 Σεπτεμβρίου 2016

Grecia in vendita: le mani dell’Ue sull’acqua pubblica

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Dal Memorandum di Intesa del Meccanismo Europeo di Stabilità, pubblicato in occasione del terzo pacchetto di aiuti forniti al paese ellenico, emerge un piano per la privatizzazione delle società di gestione delle risorse idriche di Atene e Salonicco.

Finita la crisi politica, la Grecia è ufficialmente in vendita. E’ quanto sostanzialmente indicato dal Memorandum di Intesa del Meccanismo Europeo di Stabilità (ESM), pubblicato in occasione del terzo pacchetto di aiuti forniti al paese ellenico. L’allegato al documento principale, divulgato dal deputato verde tedesco Sven Giegold, stabilisce modelli e termini specifici per la privatizzazione di importanti attivi strategici greci.
Come riportato dal magazine spagnolo Diagonal Periodico, il documento, diffuso dal sito diCorporate Europe Observatory (CEO) lo scorso 24 agosto, introduce indicazioni concrete sul piano di vendita delle risorse pubbliche elleniche per un valore di circa 50 milioni di euro.
Il piano stabilisce la durata delle concessioni, i soggetti responsabili della gestione del processo di privatizzazione e i prossimi passi fino all’approvazione della vendita degli aeroporti regionali, dell’aeroporto di Hellinikon e del sistema di distribuzione del gas DESFA.
Ma non è tutto. La novità rilevante che emerge dal pacchetto di misure riportate nel Memorandum riguarda le operazioni relative alle società pubbliche di gestione del servizio idrico EYDAP e EYATH, rispettivamente di Atene e Salonicco.
Il piano filtrato indica che, in questa prima fase, la privatizzazione raggiungerà solo il 49,7% della società ateniese, lasciando la maggioranza delle azioni in mano pubblica al fine di non contravvenire alla sentenza del Consiglio di Stato greco che nel 2014 aveva sancito l’incostituzionalità della privatizzazione di EYDAP.
Nel caso di Salonicco, invece, il Memorandum pretenderebbe che la partecipazione azionaria dei privati raggiunga il 49%. In quest’ultima città, la vendita del servizio pubblico di gestione idrica, sottoposta a referendum nel maggio 2014, era stata rifiutata dalla schiacciante maggioranza dei votanti (98%).
Nonostante il controllo di maggioranza rimanga formalmente in mani pubbliche, il CEO sottolinea come di fatto il socio al 49% possa comunque dirigere la società. “I servizi pubblici di gestione dell’acqua di Atene e Salonicco sono moderni e funzionano bene – evidenziano dal CEO – e non esistono ragioni logiche per la sua privatizzazione”. Dall’Osservatorio ricordano inoltre che nelle compagnie di entrambe le città ci sono stati dei forti tagli ai posti di lavoro e che l’inclusione dei servizi idrici nel terzo Memorandum di aiuti risponda solo all’ideologia liberista dei creditori, dato che gli introiti ottenuti dalla dismissione di questi servizi sarebbero poco significativi.
Se in Italia il referendum del 2011 ha cercato di frenare la privatizzazione dei servizi idrici, in Europa le spinte di natura liberista sono aumentate a partire dal 2012, quando la piattaforma Food and Water Europe ha inviato una lettera ai principali alti funzionari della Commissione Europea al fine di chiedere uno stop alle richieste di privatizzazione dei sistemi municipali di gestione delle risorse idriche nei paesi che stavano ricevendo fondi di aiuto nel contesto della crisi del debito sovrano.
Nella sua missiva alla Commissione, la Piattaforma indicava che la maggiore inchiesta a tale data indicava che non ci sono risparmi sui costi attribuibili alla privatizzazione di questi servizi e ricordava come i municipi di Parigi e Berlino avessero scelto di ri-pubblicizzare la gestione del servizio di distribuzione idrica dopo i fallimenti dovuti alle privatizzazioni.
E se di legalità dobbiamo parlare, non si può non ricordare che l’imposizione di misure di privatizzazione contravviene l’articolo 345 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europa e la direttiva sui mercati interni.

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