Τρίτη 3 Απριλίου 2018

“Z”: la Marcia da Maratona ad Atene di Gregoris Lambrakis

Gregoris Lambrakis (3 aprile 1912 – 27 maggio 1963)

Gregoris Lambrakis Zei 02

Gregoris Lambrakis fu un politico greco fondamentale per la storia del paese e dell’Europa, un vero eroe trans-nazionale il cui esempio echeggia nei tempi e nella storia moderna. Lambrakis divenne celebre prima come grande sportivo (olimpionico di salto in lungo, detenne il record greco per 23 anni dal 1936 al 1959), poi come politico e benefattore. 

Matteo Rubboli, 01 01 2018

Laureatosi in medicina nel 1950, dopo un passato nella resistenza greca contro le potenze dell’Asse, esercitò l’insegnamento nell’università di Atene, e nel contempo aiutò i poveri nel ricevere cure mediche nel suo studio privato.

La sua storia divenne importante a livello politico nel 1961, quando fu eletto deputato nel parlamento greco fra le file della Sinistra Democratica Unita, l’unico partito di sinistra greco legale nel dopoguerra. Attivista contro la guerra nel Vietnam, Lambrakis partecipò e organizzò numerose manifestazioni, e si professò più volte convinto pacifista. Il 21 Aprile del 1963 il movimento pacifista organizzò una marcia di pace da Maratona ad Atene (la stessa distanza coperta dal leggendario Filippide) che Lambrakis completò da solo, a causa dell’intervento della polizia che arrestò tutti i manifestanti eccetto lui, poiché coperto da immunità parlamentare.

Di quella giornata ci rimane una splendida immagine di Lambrakis con in mano la bandiera “Hellas – Greece” mentre cammina verso la capitale. Un mese dopo Lambrakis venne ucciso da alcuni estremisti di destra durante un comizio a Salonicco, estremisti guidati dalle forze militari che, di lì a poco, avrebbero preso il controllo del paese. L’uomo, che divenne rapidamente un martire, ispirò la rivolta popolare, che costrinse il governo Karamanlis (zio del primo ministro che traghettò la Grecia nell’Euro, tuttora parlamentare) connivente con le forze militari del paese, alle dimissioni.

Nonostante i tentativi di mascherare la morte di Lambrakis come un incidente, il giovane magistrato Christos Sartzetakis, futuro presidente della Repubblica ellenica, scoprì il complotto ordito ai danni dell’uomo, e non esitò a denunciare i veri colpevoli alla giustizia. La figura di Sartzetakis è di fondamentale importanza perché restituì alla storia la verità, e fu un simbolo di correttezza e incorruttibilità (un personaggio simile, ma dal destino diverso, all’italiano Giorgio Ambrosoli) che divenne ancora più popolare a causa della sua incarcerazione, e delle torture che fu costretto a subire durante la dittatura militare dal 1967 al 1971, quando fu scarcerato a causa della montante protesta internazionale.

Lambrakis e la lettera “Z”

La storia di Lambrakis fu di ispirazione per i tanti greci che, stanchi dell’oppressione esercitata dalla monarchia e da un sempre maggior controllo militare, presero parte ai suoi funerali in massa. In 500.000 si riversarono per le strade di Atene, facendo diventare il funerale del politico una manifestazione a cielo aperto dalle proporzioni immense (la popolazione greca non superava le 8 milioni di persone allora).

Lo scrittore Vasilīs Vasilikos dedicò all’uomo il suo romanzo più celebre, “Z”, che ispirò l’omonimo film del regista Costa-Gavras, rifacendosi alla lettera che, da quando l’uomo fu ucciso, iniziò a divenire il simbolo di protesta del popolo greco contro la soppressione dei diritti di manifestazione e dei molti altri che avrebbe dovuto vedersi privato fino alla caduta dei colonnelli, nel 1975.

Dal 1963 al 1975 la “Z”, significante “Zei – Vive (Egli è sottinteso)” fu il simbolo di quanti si ribellarono al regime pseudo-fascista dei Colonnelli che, spalleggiato dagli Stati Uniti, mantenne il controllo assoluto in tutto il paese per 8 lunghi anni.

Il finale del film “Z – L’orgia del potere” minaccia ancora l’attualità della vita politica dello stato e le foto qui:

Matteo Rubboli

Sono un editore specializzato nella diffusione della cultura in formato digitale, fondatore di Vanilla Magazine. Non porto la cravatta o capi firmati, e tengo i capelli corti per non doverli pettinare. Non è colpa mia, mi hanno disegnato così...


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