Σάββατο 30 Ιουνίου 2018

Grecia, scossa di terremoto nel Peloponneso: magnitudo 4.3

Αποτέλεσμα εικόνας για scossa di terremoto

A cinque giorni di distanza, nel Peloponneso si è registrata una nuova scossa di terremoto. Magnitudo 4.3. Cittadini svegliati nel cuore della notte.

30 giugno 2018, di Asia Angaroni 

Nuova intensa scossa di terremoto nel Peloponneso. In Grecia negli ultimi giorni la terra sta continuando a tremare. Dopo le intense scosse registrate nella giornata di lunedì 25 giugno, nella notte del 30 giugno 2018 una nuova forte scossa si è verificata a largo della Grecia Occidentale. Il magnitudo è di 4.3.

Nuovo terremoto in Grecia

Dopo l’intensa scossa di terremoto di cinque giorni fa, nel cuore della notte la Grecia ha dovuto affrontare nuovamente la paura del terremoto. Intorno alle 02.36 ore italiane di sabato 30 giugno 2018. Il territorio colpito, in cui le scosse sono state maggiormente percepite, è quello della Grecia Meridionale, precisamene nel Peloponneso Occidentale.

terremoto nel Peloponneso

I dati del sismografo indicano che la scossa ha raggiunto il magnitudo di 4.3 sulla scala Richter. Si tratterebbe di una scossa leggermente inferiore a quella registrata nei giorni scorsi. L’epicentro è nel Mar Ionio Occidentale, nell’area a pochi chilometri a largo del Peloponneso.

Diversi centri abitati coinvolti. Tra questi Modone, Navarino e l’isola di Sapientza. L’ipocentro è fissato a 13 km di profondità.

Il sisma, data la sua intensità, è stato avvertito sulle coste del Peloponneso. Fortunatamente al momento non si registrano danno a cose o persone. Il sisma non è stato avvertito nel sud Italia.

Nuova scossa dopo 5 giorni

La città di Modone era stata recentemente coinvolta in un altro intenso terremoto.

Registrato dall’istituto geofisico statunitense, una scossa di terremoto di magnitudo 5,5 è stata avvertita nella mattinata di lunedì 25 giugno 2018 davanti alle coste di Modone, in Grecia. L’epicentro del sisma è stato localizzato a 26 chilometri al largo della cittadina sulla costa del Peloponneso, a una profondità di 30,4 chilometri.

Non si sono registrati danni a persone o cose. L’epicentro esatto è stato registrato al largo della città di Pylos. “Il terremoto è durato a lungo, ma al momento la situazione è tranquilla“. Così ha subito rassicurato i media locali e nazionali il sindaco della città, Dimitris Kafantaris, intervistato da Antenna Tv.

Erano le 7.14 del mattino, ora italiana.

I terremoti in Grecia

La Grecia, tra paesaggi marittimi e incantevoli memorie storiche, è un territorio ad alta probabilità sismica. La causa principale sarebbe l’avvicinamento dell’Africa all’Europa, che qui, più che in altre aree del Mediterraneo, è particolarmente attivo.

Il violento terremoto che ha colpito la Grecia è arrivato dopo una lunga sequenza di sismi che ha interessato l’area in queste ultime settimane. Una serie di scosse di assestamento che hanno anticipato la più intesa di lunedì e quella altrettanto elevata di questa notte. Impossibile dire se ce ne saranno altre di simile violenza, certo è che l’area è particolarmente attiva nell’ultimo periodo. Purtroppo la prevedibilità dei terremoti è sempre piuttosto bassa.

La causa di questi sismi è legata alla convergenza verso nord della Placca africana che si muove ad una velocità compresa tra i 4 e i 10 millimetri all’anno. Dal punto di vista geologico, la situazione è meno complessa e meno intricata rispetto alla penisola italiana, dove sono in atto varie componenti.

Al contrario, la Grecia ha come unico elemento geologico in atto l’avvicinamento dell’Africa, un movimento attivo da circa 50 milioni di anni e che ha portato alla scomparsa della Tetide, un golfo del grande mare (Pantalassa) che circondava l’unico continente (Pangea), esistente 300 milioni di anni fa. Il Mar Mediterraneo è quel che è rimasto della Tetide.

Le energie in gioco in seguito al movimento di chiusura della Tetide si manifestano particolarmente al sud della Grecia, dove esiste il “piano di subduzione” che porta il Mediterraneo ad infilarsi sotto la Grecia, nella zona di subduzione della Calabria e lungo la Faglia Anatolica della Turchia. Quest’ultima è una lunga frattura che si muove orizzontalmente verso ovest. Tale movimento è sorto per meglio assorbire l’energia del movimento dell’Africa.


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