Gli accordi sui ricollocamenti nell’Unione europea sono stati “attuati minimamente: rimangono degli squilibri” che devono essere affrontati, ha detto ieri l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati Filippo Grandi citando come esempio la situazione in Italia, dove 160mila rifugiati e migranti sono sbarcati quest’anno.
Secondo il Pew Research Center, che ha analizzato i dati UNHCR, la cifra è destinata a salire entro la fine dell’anno superando gli arrivi in Grecia e plausibilmente avvicinandosi alla soglia dei 200mila. Presentando un rapporto su rifugiati, rimpatriati, sfollati e questioni umanitarie, Grandi ha invitato l’Unione Europea a dimostrare “unità e solidarietà se vuole continuare ad essere un leader in questo settore”.
La Grecia è un altro caso di “squilibrio”, ha aggiunto Grandi, sottolineando che la proposta dei ricollocamenti avanzata un anno fa veniva dagli stessi Stati membri: “Un’iniziativa molto positiva” per sostenere i paesi in prima linea come la Grecia e l’Italia e altri di accoglienza come la Germania, la Svezia o Austria, ma la sua applicazione “non è stata sufficiente”.
Prima del briefing al Palazzo di Vetro, l’Alto Commissario ha partecipato alla seconda riunione dell’Humanitarian Liaison Working Group sulla crisi dei migranti e rifugiati: “E’ un questione cruciale di questi tempi, l’Italia sta con i rifugiati”, ha dichiarato Sebastiano Cardi, Rappresentante Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite, che ha presieduto l’incontro di oggi presso la missione italiana. “Una grande quantità di sfollati interni non è contabilizzata”, ha continuato Grandi, citando anche i 10 milioni di apolidi, un altro “tema politico molto delicato”.
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